Mercoledì 6 maggio 2015, al Teatro
Regio di Torino ha debuttato con successo l'opera Hansel e Gretel, di
Engelbert Humperdinck.
Il
sipario si apre sull'allestimento delicato e fantastico di Emanuele
Luzzati.
Va
in scena Hansel e Gretel, prima opera tedesca fondata su un
vero e proprio soggetto fiabesco.
Il
celeberrimo crudele racconto dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm venne
rappresentato per la prima volta il 23 dicembre 1893, diretta
nientemeno che da Richard Strauss presso l'Hoftheater di Weimer.
Subito
dopo il debutto nella città lisztiana e wagneriana per eccellenza,
l'opera approdò in fretta a Mannheim, poi a a Monaco di Baviera,
quindi a Karlsruhe, a Francoforte fino a giungere, l'11 marzo, ad
Amburgo per essere diretta, in presenza dell'Imperatore, da un'altra
bacchetta storica: Gustav Mahler!
L'attenzione
dedicata ad Hansel e Gretel da parte di alcuni illustri
direttori dichiaratamente “wagneriani”, nonché l'autorevolezza
di Strauss, resero l'opera estremamente attraente negli ambienti
musicali tedeschi.
Fin
dal delicato Prelude emerge
una freschezza melodica che incanta.
Un
affascinante tema d'esordio prodotto dalla sonorità dei corni,
adagiato sul do maggiore, ricorda l'incipit del noto gregoriano Salve
Regina.
La
prima scena mostra la casa dei genitori di Hansel e Gretel, sul
limitare di un bosco ai piedi del monte Ilsenstein: l'allestimento
naif di Luzzati conduce immediatamente la platea di adulti nel
proprio mondo di bambino.
La
piccola costruzione in legno, sapientemente ammobiliata di scope,
colloca lo spettatore al centro della storia; le luci calde di Andrea
Anfossi creano l'ambiente da fiaba; i costumi di Santuzza Calì
rendono ai personaggi il giusto ruoli che la fiaba gli affida. La
miscela funziona, la magia lievita e lo spettacolo diventa
bellissimo.
La
critica si divide a proposito del fatto che l'opera abbia preso a
modello il grande Wagner ma, certamente, la musica si ispira alla
natura e ai boschi, scenari tanto cari a Weber e Schumann; i corali
luterani, le filastrocche infantili, le ballate popolari dal tono
leggendario, le sonorità magiche e fantastiche, il gusto per le
streghe e gli spiriti sono gli elementi chiamati a rappresentare la
felicità infantile.
Sicuramente,
la tinta di fondo resta quella data dalla musica di Wagner, di cui
Humperdinck era stato assistente ai tempi del Parsifal.
I
momenti più deboli dell'opera sono quelli più seriosi, come la
pantomima del quattordici angeli e alcune incolori musiche di
transizione.
La
partitura decolla quando è chiamata a descrivere le emozioni dei
bimbi al contatto con la natura ( la scena del cucù, la paura nel
bosco, il risveglio) o gli incantesimi della strega: spaccati di
puro lirismo che sfociano in invenzioni timbro-melodiche.
La
regia di Vittorio Borrelli ha vivacizzato la scena con grande
armonia e l'Orchestra del Regio, ben diretta dal Maestro Pinchas
Steinberg, ha saputo evocare il più delicato Wagner, quello del
Mormorio della foresta, per intenderci.
Molto
buona la prova del cast: Annalisa Stroppa ( Hansel), Regula Muhlemann
( Gretel), Natasha Petrinsky( la strega) e Tommi Hakala ( il padre),
eccellenti caratteristi, rappresentano i ruoli con la giusta misura
d'ironia.
Uno
spettacolo che mi è piaciuto e che consiglierei.