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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


sabato 11 giugno 2011

NOTE D’AUTORE A PIOSSASCO, IL FESTIVAL DI BOSSO




E’ iniziata la seconda edizione del Piossasco Jazz Festival. Splendida cornice, ospiti internazionali, un’attenta organizzazione.
Tre giorni di ottima musica.


Piossasco è stata una bella scoperta.
L’arrivo in piazza San Vito, incastrata tra le colline torinesi, trasmette la tenerezza e l’allegria della buona provincia.
Il cielo minaccia trambusto e le campane, inevitabilmente, iniziano a suonare a festa, come ogni paese comanda.
Truppe di volontari organizzano un efficientissimo servizio di gestione del traffico per facilitare l’arrivo degli amanti del jazz, mentre una navetta inizia, in prima serata, la preziosa spola con il Castello “ I nove merli”, sede del concerto serale.
Tutto questo per dar vita alla seconda edizione di “Note d’autore”, il festival jazz , voluto e diretto da Fabrizio Bosso, nato proprio a Piossasco.
Tre giorni di musica fantastica con ospiti di fama internazionali come Francesco Cafiso, Stefano di Battista, Flavio Boltro, Gino Castaldo, e tanti eventi dislocati tra bar e locali della zona, adibiti all’accoglienza di gruppi musicali di buonissimo livello.
Il concerto di venerdì 10 giugno, si è tenuto proprio nel Castello sorretto da una vista panoramica che mozza il fiato come una morsa alla carotide, e ossigenato dalle fronde di alberi secolari che si chiudono a cappello.
Inizia Flavio Boltro, che di strada ne ha fatta tanta da quando Maurizio Giammarco lo chiamò per portare la tromba nel suo quartetto con Roberto Gatto, Umberto Fiorentino e Furio di Castri.
Talento indiscutibile, presenta un pezzo dedicato a suo figlio, dove il consueto virtuosismo tecnico lascia il posto ad un lirismo inaspettato. Segue “onda marina”, pezzo che sembra racchiudere tutto il suo vissuto musicale, che comprende l’incontro con Steve Grossman, Cedar Walton, Billy Higgins, Clifford Jordan e tanti altri.
Lo raggiunge sul palco Francesco Cafiso, che dall’alto della sua giovane età si esibisce già in qualità di special guest .
Aveva ragione Wynton Marsalis, che lo scoprì musicalmente appena adolescente, a rapirlo dalla Sicilia per farlo debuttare nell’European Tour nel 2003; un successo indiscutibile e fulmineo che raggiunse rapidamente ogni punto del globo, fino a farlo eleggere “ambasciatore della musica jazz nel mondo”.
E’ sorprendente la maturità di questo ragazzo che non merita più di essere definito” giovane prodigio”, ma affermato artista, piuttosto.
La sua capacità d’improvvisazione è sofisticata e piena di esperienza, come se avesse già vissuto a lungo e il suo timbro, di un colore che spesso si raggiunge solo dopo un’intera vita dedita alla musica.
Erano perfetti e complementari. Un cinquantenne dall’entusiasmo musicale giovanile, intatto, quasi fresco ed un ventiduenne maturo, riflessivo, attento già alla musica degli altri, perchè la sua è già acquisita.
E’ stato un duello senza armi tra due grandi musicisti che hanno preferito non fare la guerra sul palco, ma solo una commovente esibizione. La pioggia non è bastata a dissuadere il pubblico immobile ed estasiato, protetto da grandi impermeabili gialli, dono di un’organizzazione previdente.
In un momento storico in cui il jazz non trova riparo nelle grandi città come Torino, i piccoli luoghi diventano approdi felici.
Bravo Fabrizio ( Bosso ). Un festival che merita un lungo futuro.