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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


mercoledì 13 marzo 2013

SINDACATI E CRISI




Al Teatro Carignano Torino ha inaugurato il triennio di manifestazioni dedicate alla celebrazione dei 70 anni dalla Liberazione del Paese.
Ha iniziato ricordando gli eventi meno citati dalla storia, ma più carichi di forza ed efficacia rispetto a quel periodo storico: i mitici scioperi del '43.
Un video commovente di immagini e facce coraggiose che in quei giorni sfidarono la storia con un coraggio che abbiamo dimenticato; con la fierezza che sembra non appartenere più a nessuno di noi.
Lo sguardo di Leo Lanfranco che ha costruito e capeggiato i movimenti di protesta contro il regime, tagliava lo schermo come una lama affilata; la sua triste storia ha inchiodato la platea in un limbo di poltrone, costretta a ricordare.
La solidarietà che legò gli operai di diverse appartenenze politiche ( compresi quelli di area fascista), sembrava un'immagine lontana, impossibile.
Il ruolo sindacale in un periodo in cui era reato scioperare, assurgeva a faro nella notte.
Tutto era commovente.
Fino al dibattito con i tre vertici delle attuali, principali sigle sindacali: Susanna Camusso, Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni.
Loro erano tragicamente reali e il loro eloquio una tragica realtà.
Angeletti ha pericolosamente tentato un parallelo tra l'azione sindacale del passato e quella attuale; Bonanni ha improvvisato un tentativo di analisi dei mercati per spiegare una crisi economica di cui non conosce le proporzioni; Camusso, più intelligentemente, ha accennato un' autocritica all'operato di tutta l'area sindacale ribadendo, però, concetti un po' obsoleti, se restano solo tristi intenzioni.
Difficile dire se era più imbarazzante il tentativo di sopravvivere all'incalzare delle domande di Gad Lerner o le risate malcelate della platea.
Per fortuna, l'evento ha previsto l'apertura della cerimonia con l'attenta analisi di storici prestigiosi e la chiusura con un tenerissimo, rispettabilissimo, giovanissimo gruppo musicale che ha coraggiosamente scelto di chiamarsi “ Le Primule Rosse”. Emozionati perché piegati dal peso della storia che in quella Sala emergeva sono stati bravi. Giovani, emozionati e bravi.