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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


giovedì 23 ottobre 2014

IL DON GIOVANNI SCANDALOSO DI VICK





Il Don Giovanni di Graham Vick divide la platea: fischi e applausi scroscianti per una regia che gioca sugli eccessi e strizza l'occhio a Lacan.

Siamo ancora abituati allo scandalo in musica?
Forse no. L'ultimo evento riconosciuto ufficialmente scandaloso nel mondo della musica fu la prima rappresentazione de Le sacre du Printemps, di Igor' Stravinskij.
Da allora il mondo della critica fatica a ricordare un evento che abbia turbato le platee e il loro giudizio, tanto da favorirne un dibattito acceso.
Eppure, il mondo dell'arte, e dunque anche quello della musica, ha conosciuto nuovo orizzonti e forme di evoluzione, solo attraverso il confronto e lo scontro di scuole di pensiero.
Oggi, qualche volta, può accadere di assistere allo scandalo nell'ambito della rappresentazione lirica quando il regista, lo scenografo e il costumista, decidono di creare un allestimento innovativo e dissacrante di opere molto famose. E tanto più è nota l'opera rappresentata, tanto più è grande lo scalpore che ne scaturisce.
E' quanto è accaduto con l'allestimento che ( regista di fama mondiale ) ha messo in scena in un circuito di teatri italiani minori e bellissimi: Jesi, Pavia, Cremona, Fermo; Brescia, Bolzano e Reggio Emilia.
E la sfida è veramente grande: l'opera in discussione è il Don Giovanni di Mozart!
Sesso, droga e morte sono i punti cardini di un attento lavoro di regia.
L'opera rappresentata anche al Teatro Ponchielli di Cremona il 18 ottobre, ha suddiviso la platea, tra fischi e applausi scroscianti. Finalmente uno scontro a teatro...
Don Giovanni ( in scena Gezim Myshketa) è un tossicodipendente sbruffone, disonesto e poco seduttivo che copula in un Range Rover. Le sue conquiste sono rappresentate da un ammasso di manichini finiti in un grande container e il suo compulsivo desiderio sessuale è sfrenato e senza regole.
La festa che chiude la prima parte è uno scandaloso rave party in cui gli invitati si accoppiano senza regole.
Il messaggio del regista di fama mondiale è di guardare ad occhi aperti la società nella quale viviamo di cui, a volte, preferiamo dimenticare la trasgressione e l'immoralità.
Ogni scena crea un forte impatto visivo, ma nessun quadro slitta mai nella volgarità.
E' un miracolo che avviene grazie alla “tecnica magistrale di Vick che è sempre chiara, rigorosa e teatrale”, come sostiene Enrico Girardi sulle pagine de Il Corriere; un prodigio del virtuoso regista capace di “ ricreare il teatro come non si fa più”, come scrive Carla Moreni sulle pagine de Il Sole 24.ore.
Sarebbe saggio ricordare, quando godiamo di un'opera lirica, che il lavoro solo apparentemente innovativo di registi come Graham Vick e Calixto Bieito, non è solo il tentativo di stupire, fino a scandalizzare, ma spesso è la volontà di offrire al pubblico una lettura filologica della storia.
E' l'impegno a ricreare le intenzioni reali del compositore e a contestualizzare le dinamiche nel periodo storico in cui viene scritto il racconto musicale.
Rigoletto, in fondo, non era un povero vecchio deriso, nelle intenzioni di Verdi, ma la rappresentazione più probabile dell'orribile e grottesca maschera di Victor Hugo, mentre Violetta non voleva incarnare la deliziosa signora ben vestita che tutti abbiamo visto rappresentare in Traviata, ma la più triste prostituta di un bordello. Il Novecento ha sapientemente imparato ad edulcorare ogni intenzione violenta dell'opera, trasformandola in una rassicurante rappresentazione della realtà tra balconcini e tendine ricamate.
Don Giovanni era un furfante, non un nobiluomo..
L'opera è stata ben condotta dal Maestro José Luis Gomez – Rios che ha diretto l'orchestra dei Pomeriggi Musicali e ha saputo garantire brillantezza allo spettacolo, mantenendo la varietà espressiva e di accenti che la partitura di Mozart prevede.
Il cast ha saputo sostenere il confronto con Amadeus pur trattandosi di un cast giovane, in parte selezionato con il ConcorsoAsLiCo per Giovani Cantanti d'Europa.
Bravissimo Gezim Myshketa ( Don Giovanni), giovane baritono di origine albanese; particolarmente brava Valentina Mastrangelo ( Donna Anna); molto bravi anche il soprano Federica Lombardi ( Donna Elvira), il tenore Giovanni Sebastiano Sala ( Don Ottavio), il baritono Riccardo Fassi ( Masetto), il mezzosprano Alessia Nadin ( Zerlina), il basso Mariano Buccino ( Commendatore). Tutti dotati di grande tecnica e buona preparazione attoriale, doti che raramente si sposano nel canto lirico.
Ottima l'esecuzione del coro, istruito dal Maestro Antonio Greco, che ha saputo assecondare la performance attoriale.
E' uno spettacolo da vedere, per quell'irresistibile scossa che trasmette.
Perché non induce a dormire su una poltrona, ma desta l'attenzione fin quasi a disturbare.
Finalmente la vita a teatro…

                                                             Il regista Graham Vick