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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


giovedì 12 aprile 2012

LUCIA LAVIA: IL PREGIUDIZIO E LA SORPRESA




Ammetto di essere stata preda di qualche pregiudizio, quando sono entrata al Teatro Carignano di Torino per assistere all’Otello diretto da Narri Garella, in cui debuttava la giovane Lucia Lavia nei panni scomodi e affascinanti di Desdemona.
Resta la tragedia per eccellenza, Otello, che meglio rappresenta la fragilità umana: un groviglio di tormenti che nascono nel gorgo melmoso del dubbio; la follia che esplode condotta dalla forza maligna della menzogna; la crudeltà dell’invidia che trivella l’anima di un amante appassionato per ucciderne la forza; la disperazione per la consapevolezza della propria cecità: il rimorso che conduce veloce al suicidio.
Otello è una tragedia che narra di un odio antico tra la Repubblica Veneta e il popolo turco, troppo simile a guerre recenti, per non esserne turbati. Shakespeare è terribilmente attuale nel suo narrare l’orrore di conflitti sanguinari e di terribili scontri tra maschi. E’ sempre uno scuotimento dell’anima, Otello.
Massimo Dapporto nel ruolo complesso dell’eroe forte e fragile di Shakespeare, sembra faticare nella prima parte in cui il copione lo costringe alle effusioni di un condottiero perdutamente innamorato. Recupera velocemente, con il crescere della follia di Otello, perché Dapporto è un grande attore ma, indubbiamente, questo ruolo non è il suo abito più comodo. Forse Haber, sostituito prima del debutto, meglio avrebbe calzato la rabbia e la ruvidezza che il protagonista richiede.
Bravo Jago. Cattivo senza eccessi, con l’ignominia necessaria a rappresentare il meschino frustrato. Una buona prova ben accolta dal pubblico.
L’allestimento di Antonio Fiorentino ha il pregio di essere essenziale ed efficace come solo le scene minimali possono esserlo.
Le luci di Gigi Saccomandi ben “arredano” le scene spoglie, vestite solo del suono del mare, dei grilli e delle cicale.
I costumi di Claudia Pernigotti sono eleganti perché sobri. Il loro color terra sembra ben vestire il dramma umano che alla terra riconduce.
Il pregiudizio e la sorpresa sono per Lucia, Desdemona.
E’ giovane ( come giustamente prevede il copione), ma sorprendentemente brava e preparata. Ha carattere e capacità di adattamento allo scomodo ruolo che impone eleganza ma anche tormento, passione e, contemporaneamente, purezza, orgoglio e obbedienza.
Lucia Lavia si merita quel ruolo, ma dovrà affrontarlo con il grande svantaggio di un costante e severo monitoraggio paterno, e quello del pregiudizio di un precoce debutto importante sospinto