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antonella.frontani@gmail.com
Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


sabato 21 dicembre 2013

Il TEATRO REGIO DI TORINO CONQUISTA DI NUOVO IL GIAPPONE

Il Teatro Regio di Torino conquista di nuovo il Giappone con una tournée di nove giorni.
In un periodo di profonda crisi economica, il settore culturale può rappresentare un volano per la ripresa di un territorio. Ogni manifestazione può comportare una importante ricaduta economica  e un incremento al turismo di una città, nonché la possibilità di esportare la propria cultura nel mondo. Proprio come succede a Torino.
Walter Vergnano, Sovrintendente, e Paola Giunti, Direttore della Comunicazione e delle Pubbliche Relazioni, raccontano le opere presentate e i successi riscossi in Giappone.



Walter Vergnano - Sovrintendente del Teatro Regio di Torino

Paola Giunti - Direttore Comunicazione e Pubbliche Relazioni Teatro Regio di Torino

sabato 14 dicembre 2013

RIVOLTA DEI FORCONI: E' TORINO IL CUORE DELLA PROTESTA

Torino tra le  piazze più calde d'Italia che accolgono la protesta dei Forconi.
Ad Antropos ne parlano Michele Paolino, capo - gruppo pd al Comune di Torino, e Roberto Carbonero - Presidente della Commissione di Controllo di Gestione di Torino -  esponente della Lega Nord.
Nel corso della seconda parte gli ospiti  commentano i fatti di cronaca anche alla luce delle primarie pd e Lega appena ultimate. Quale sarà il ruolo di Renzi e Salvini all'alba della loro vittoria?

Intervista curata e condotta da Antonella Frontani
Focus curato e condotto da Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella
Assistente di studio Cristina Colet
Segretaria di Produzione Chiara Montalbano




Michele Paolino - Capo gruppo pd Comune di Torino


Roberto Carbonero - Presidente Commissione di Controllo di Gestione Torino - Lega Nord

mercoledì 11 dicembre 2013

PIERGIORGIO ODIFREDDI DIALOGA CON IL PAPA

"in un mondo dilaniato dai fondamentalismi, una discussione u religione e scienza, e più in generale su fede e ragione, costituisce un evento ad alta necessità, ma a bassa probabilità". Nell'ultimo libro di Piergiorgio Odifreddi, dal titolo Caro Papa Teologo - Caro matematico etico, anche l'improbabile trova la via per realizzarsi attraverso un confronto sincero tra il matematico impertinente e Papa BenedettoXVI. Nessuna formalità, solo argomenti sostanziali di una pura disquisizione intellettualmente corretta.

Ad Antropos, su Quarta Rete Tv Piergiorgio Odifreddi ripercorre le tappe del confronto.
Intervista curata e condotta da Antonella Frontani
Focus curato e condotto da Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella
Assistente di studio Cristina Colet
Segretaria di produzione Chiara Montalbano



venerdì 6 dicembre 2013

RENZI A TORINO AD UN PASSO DALLE PRIMARIE






Matteo Renzi approda al Lingotto di Torino per la penultima tappa del tour per le primarie. Intervista di Mario Calabresi. Il discorso di Piero Fassino apre l'incontro.

La sala Gialla del Lingotto di Torino, quella in cui Walter Veltroni nel 2007 lanciò il Partito democratico, oggi era gremita già un'ora prima dell'arrivo del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
Ha aperto l'incontro il Sindaco di Torino Piero Fassino, che con il suo discorso ha decretato il suo appoggio al candidato.
Ha ricordato che Matteo parla al paese intero e che bisogna confrontarsi con una sinistra che non ha paura per guardare al cambiamento. Le sue parole sono, come di consueto, autorevoli, serie, tipiche di chi non scherza mentre arringa. Il pubblico applaude come fosse riconoscente per tanta determinazione in un momento in cui ogni certezza sembra svanire. E, forse, applaude alla probabilità che possa diventare Presidente del partito.
Matteo arriva in ritardo e, prima di iniziare, si scusa con i presenti per la mancata puntualità.
Sfoggia la sua aria scanzonata ma grintosa. Gesticola, dialoga con il pubblico, racconta aneddoti ( anche calcistici ), recita, eppure, ogni sua affermazione sprigiona forza, entusiasmo, estrema serietà verso la necessità di concretezza. Di fatti concreti, quelli che nessun governo ha mai compiuto.
Mario Calabresi lo intervista incalzando con domande ironiche, quasi pungenti: “Prodi ha detto che alle primarie voterà, ma per salvare il bipolarismo. Tu cosa rispondi?” “E' possibile fare il Sindaco di Firenze ed il Segretario del partito contemporaneamente?” “Se da lunedì sarai Segretario qual è il primo gesto che farai ( e che potrebbe fare titolo)?”
Per Matteo ogni provocazione è un'occasione ghiotta per fare spettacolo. E' a suo agio e trasforma i momenti critici in gag.
Poi, decide di vestire i panni del futuro leader e inizia ad elencare i punti del suo programma. Intenzioni e soluzioni.
Parte dalla riforma elettore e spiega che il suo obiettivo è quello di studiare il miglior tecnicismo per garantire cinque anni di lavoro stabile al governo vincente.
Passa al taglio dei costi alla politica: abolizione del Senato ( che diventerebbe Camera delle Autonomie) e taglio dello stipendio ai consiglieri regionali, i quali non potrebbero guadagnare uno stipendio maggiore di quello percepito dal sindaco.
Annuncia la volontà di studiare un metodo di semplificazione del sistema burocratico, e una politica intenta a sostenere il lavoro dei giovani, non solo delle strutture dedite alla formazione. Elogia la green economy e la sua potenzialità nel creare posti di lavoro.
Diventa serissimo quando spiega la necessità di intervenire nel mondo della scuola per garantire un buon sistema educativo senza il quale un paese non può sopravvivere.
Continua la sua arringa in pieno fair play. Nessun attacco a Bersani ( già sconfitto dalla storia), o per ai due candidati Cuperlo e Civati. Massimo rispetto per gli avversari. Punta gli occhi negli occhi della platea e ricorda a tutti che i nemici sono Beppe e Silvio: il primo non ha combinato nulla, ma sa fare un'opposizione efficace; il secondo ha fatto danni, ma sa comunicare.
Non critica Letta, ma lo esorta ad azioni concrete.
Non si accanisce contro il modello di partito strutturato suggerito da Bersani, e che la storia ha dimostrato inefficace, ma suggerisce la propria idea di partito con una struttura a rete in cui ogni piccolo circolo potrà decidere alla stregua dei vertici.
E' proprio capace a catturare la platea. Convince, diverte e rassicura.
Il suo obiettivo principale? Recuperare i milioni di voti persi: possibilmente anche a destra.



giovedì 5 dicembre 2013

SMART GRID: UNA SCOMMESSA DA 10 MILIARDI DI EURO

Il Professor Gian Vincenzo Fracastoro - Dipartimento di Energia del Politecnico di Torino - ad Antropos per parlare dei progressi raggiunti nel campo delle energie rinnovabili.
Nel corso del programma  il Professore ha presentato il futuro impiego di nuove tecnologie come la smart grid, una rete intelligente composta da una moderna rete elettrica che utilizza le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per raccogliere e agire sulle informazioni.





Fiorenzo Alfieri, co-fondatore del Movimento di Cooperazione Educativa, ex Assessore alla Cultura del Comune di Torino e uomo-chiave del primo Progetto Strategico della città di Torino, ad Antropos per parlare del suo ultimo libro scritto di concerto con uno studente sedicenne: suo nipote Leonardo Menon.
"Strade parallele"  è una sorta di dialogo socratico che offre una diagnosi della situazione, né reticente né catastrofica, della scuola oggi.

Fiorenzo Alfieri
è stato Assessore della Città di Torino alle Politiche Giovanili, al Sistema educativo, al Piano strategico e alla Cultura



lunedì 2 dicembre 2013

SCUOLA E RAGAZZI: STRADE PARALLELE?

Fiorenzo Alfieri, co-fondatore del Movimento di Cooperazione Educativa, ex Assessore alla Cultura del Comune di Torino e uomo-chiave del primo Progetto Strategico della città di Torino, ad Antropos per parlare del suo ultimo libro scritto di concerto con uno studente sedicenne: suo nipote Leonardo Menon.
"Strade parallele"  è una sorta di dialogo socratico che offre una diagnosi della situazione, né reticente né catastrofica, della scuola oggi.

Fiorenzo Alfieri
è stato Assessore della Città di Torino alle Politiche Giovanili, al Sistema educativo, al Piano strategico e alla Cultura

lunedì 25 novembre 2013

TFF: Il RICCARDO III DI ALESSANDRO GASSMANN





Al TFF approda un documentario su un'opera teatrale che sta per debuttare a Torino.
Grande folla per l'incontro con il regista.

Il Torino Film Festival di Paolo Virzì contempla anche il teatro e offre al pubblico un appuntamento intrigante, e certamente illuminante, in merito alla messa in scena di un'opera teatrale.
Alessandro Gassmann approda al Teatro Carignano di Torino con il suo Riccardo III e lo presenta al TFF attraverso uno strumento nuovo ed efficace: un documentario propedeutico allo spettacolo; uno sguardo dalla genesi dello spettacolo alla sera della prima, passando per le prove, la messa in scena e l'attesa per il debutto.
Una breve, simpatica presentazione, duettata con Paolo Virzì, ha introdotto la proiezione girata da Giancarlo Scarchilli.
Alessandro è apparso rilassato e sicuro del “suo “ Riccardo, prima opera di William Shakespeare che affronta da regista. E' stato il felice incontro artistico con Vitaliano Trevisan a convincerlo nel realizzare questo aspro adattamento contemporaneo che arriva al cuore pulsante ed immortale dell'opera shakespeariana, scevro da linguaggi complessi e articolati. La modalità che Alessandro preferisce.
Appare affascinante il suo brutale, deforme Riccardo. Un uomo spietato che non si riscatta mai dalla follia omicida ma che, attraverso la sua fragile diversità, colpisce al cuore.
Atmosfere sceniche di Gianluca Amodio che ricordano quelle di Tim Burton: buio, freddo, suoni sinistri, assenza di colori e palcoscenico su quattro piani di profondità.
Il trucco di Mariano Tufano trasforma Riccardo in un gigante alto più di due metri, gobbo e deforme in un contesto in cui le proporzioni delle scene sono state ridotte per dare risalto alle dimensioni della sua prorompente fisicità, oltre che a quelle della sua barbarie.
Riccardo è crudele, ambizioso e manipolatore, ma anche insicuro, tormentato e spaventato dalla solitudine.
E' bravissimo nel costruire ignobili strategie, ma solo finché non sale al trono, dove resta feroce, ma diventa incapace.
La sua malvagità è motivata dalla sete di potere e dal desiderio di rivalsa che mette in atto per succedere al trono del fratello Edoardo IV. Uccide tutti coloro che ostacolano la sua ascesa, ma paga la sua follia nella battaglia finale contro il Conte di Richmond, futuro VII Tudor.
Alessandro Gassmann è bravo nei panni di un personaggio tanto spietato e lontano da qualunque ammiccamento alla platea.
Nel dibattito che ha seguito la proiezione, è stato fatto l'inevitabile, quanto fastidioso paragone con papà Vittorio che debuttò con la stessa opera a Torino nel febbraio del 1968. E' stato superfluo. Il passato non si discute ma, ormai, Alessandro è lontano da allora.
Oggi Gassmann è solo Alessandro.





HAROLD EAND MAUDE: ECCENTRICA, POETICA COMMEDIA





Il Torino Film Festival, nella sessione "New Hollywood", ha proposto una eccentrica, ironica commedia poetica del 1971.


Tra le proiezioni imperdibili del Torino Film Festival, bisogna citare “H
arold e Maude” di Hal Ashby ( USA 1971).
E' la storia profonda e poetica, quanto impossibile, tra un giovane ricco e depresso, schiacciato da una madre maniacalmente possessiva e una splendida, elegante e vivacissima contessa ottantenne e ribelle.
Nella gabbia dorata e claustrofobica entro la quale il ragazzo cresce, l'unico atto di ribellione diventa il finto suicidio che il tenero Harold tenterà di mettere in scene infinite volte al cospetto di una madre temprata alle sue finzioni e totalmente anaffettiva da saperne porre rimedio.
Unico becco di luce, l'affascinantissima, eccentrica contessa che insegnerà al ragazzo l'amore senza riserve per la vita.
Si tratta di una delicatissima, ironica e attenta lettura della depressione, della sordità al dolore, dell'educazione alla gioia di vivere.
Neppure la sproporzionata differenza di età tra i due protagonisti riesce ad intaccare minimamente l'armonia di un'opera tanto sofisticata e garbata, tanto che la sceneggiatura di Colin Higgins, punto di forza di questa pellicola, venne trasformata
un romanzo e una pièce teatrale di successo.
Grandiosa interpretazione di Ruth Gordon. Efficace la colonna musicale di cat Steavens.
Si ride molto, prima di commuoversi davvero.



LA CARRIERA E LA VITA DI PAOLO VIRZI'


Il Maestro, nel corso della seconda parte di Antropos dedicata a lui, racconta le tappe della sua carriera e della sua vita privata



PAOLO VIRZI' OSPITE AD ANTROPOS


Il Direttore del Torino Film Festival ospite ad Antropos per raccontare il "suo" festival.
Simpatico, energico e pieno di entusiasmo, il Maestro ha presentato un cartellone di film di altissimo profilo e molte novità nell'ambito delle sessioni del festival.

Intervista curata e diretta da Antonella Frontani
Focus curato e diretto dal Giorgio Diaferia
Regia di Davide Minnella
Assistente di studio  Cristina Colet
Segretaria di produzione  Chiara Montalbano












giovedì 21 novembre 2013


Il cardiochirurgo Piero Abbruzzese ospite ad Antropos per parlare delle iniziative che la Fondazione Forma  organizza a favore della raccolta fondi per l'Ospedale Pediatrico  Regina Margherita di Torino.
Nel corso della puntata, il luminare presenta l'Ospedale di Hargeisa, nel Somaliland, presso il quale opera insieme ad un gruppo di volontari.
Il progetto è sostenuto da La Stampa, attraverso Lo Specchio dei tempi.

Conduce Antonella Frontani
In studio Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella
Assistente di studio Cristina Colet



2015: TORINO CAPITALE DELLO SPORT

 Dopo il successo dei World Master Games a Torino, l'Assessore Stefano Gallo, ospite ad Antropos, spiega il percorso seguito per raggiungere  l'investitura a  Capitale Europea dello Sport.

Conduce Antonella frontani
In studio Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella
Assistente di studio Cristina Colet



venerdì 15 novembre 2013

MERITI SENZA LUCE: MARIO DRAGHI



Mario Draghi - Presidente della Banca centrale europea


In tempi di profonda crisi economica, tra liti di partito e scelte non fatte, continua, inesorabile e prezioso, il lavoro del Presidente della Banca centrale europea.

I partiti litigano, si scindono, retrocedono o avanzano rispetto alle promesse fatte.
I politici arrancano per la difesa di posizioni sempre più deboli, dimenticando la responsabilità per la quale sono stati eletti: governare.
In un contesto tanto nebuloso e incerto, continua, inesorabile, il lavoro di Mario Draghi , Presidente della Banca centrale europea, in difesa dell'ultimo avamposto della salvezza: l'euro.
Scarso talento nel comunicare il proprio sforzo, inesistente capacità di affabulare con facili promesse, il Presidente procede nel suo intento di difendere la moneta che, nonostante le apparenze, è ancora una delle più ricche del mondo.
All'interno della Comunità Europea ( e non soltanto in zona euro), l'euro è la moneta dove il commercio internazionale, le invenzioni tecnologiche, il risparmio, le iniziative imprenditoriali rappresentano un peso notevole.
Il delicato lavoro che svolge Mario Draghi è volto alla determinazione del tasso di scambio estero che dipende dalla somma di azioni come la gestione della liquidità da erogare alle banche, e l'amministrazione del tasso di interesse della stessa BCE.
Il Presidente Draghi sa bene che l'economia italiana rappresenta uno spaccato rilevante per il complesso sistema economico europeo.
La nostra forza produttiva non è più rappresentata dalla grandi imprese ma da tutte le realtà medio-piccole, tessuto vitale del sistema. Nell'ambito di questo corollario, molte imprese sono fallite, alcune sopravvivono a fatica ma qualcuna, a sorpresa, ha aumentato i propri prodotti e le proprie esportazioni; in mancanza di una domanda interna calante, sono proprio quelle esportazioni a mantenere in vita l'interno sistema.
Questa azione verrebbe rafforzata se le banche fossero più generose nel concedere finanziamenti a tassi ridotti.
Qui interviene il sotterraneo, prezioso contributo del Presidente.
Lo scorso anno ha aperto una linea di credito di oltre 1.000 miliardi a tassi triennali molto bassi; ha garantito l'impegno a non abbandonare l'euro e ha promesso ( non sono mai promesse vane ) di finanziare un fondo europeo per i paesi in difficoltà che possono accedervi accettando una maggiore vigilanza da parte dell'Europa, della BCE e del Fondo monetario internazionale. Ha dato autorizzazione all'acquisto di una grande quantità di titoli pubblici di vari paesi sul mercato secondario, riconoscendo particolare priorità a quelli in maggiore difficoltà. Ha provveduto a diminuire progressivamente il tasso ufficiale di sconto rispetto al livello raggiunto al momento della sua entrata nella BCE ( 1.5).
Sta lavorando affinché si riconosca necessaria una Unione Bancaria e perchè venga rafforzata la vigilanza sulle banche da parte della BCE.
Mentre nel nostro paese impazza la guerra dei partiti, grazie a queste azioni, sono aumentate, per volume di collocazione e aumento del valore, le emissione dei Bot e Btp.
Tutto ciò producendo una salutare discesa dello spread.
Che dire? Ognuno declama il proprio eroe.
Per alcuni, non serve che urli, che minacci o che prometta inutilmente.
Per molti, un eroe è una persona capace. E onesta.





TASK FORCE ITALO RUSSA A TORINO





A Torino, dall'11 al 14 novembre, si è svolta la  XXIII  Sessione della Task Force Italo Russa.
Convegni, dibattiti, tavole rotonde organizzati per incontrare le più interessanti realtà produttive locali, al fine di intensificazione i rapporti commerciali tra i due paesi.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico, di concerto con Il Ministero dei Beni Culturali e l'Anica ( Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche e Audiovisive) ha promosso una sessione interamente dedicata al settore cinema, realtà che rappresenta uno strumento efficacissimo a favorire  la ricaduta economica sul territorio.
Nel corso del seminario sono emerse le reciproche potenzialità di investimento, gli strumenti e le agevolazioni che i due paesi membri  sono pronti a mettere a disposizione affinché l'azienda cinema diventi un importante settore commerciale in campo internazionale, nonché un potente veicolo di comunicazione della cultura locale italiana e russa.

mercoledì 6 novembre 2013




  • Paolo Virzì ed Emanuela Martini - Direttore e Vice Direttore del TFF


E' arrivato.
Esilarante, accogliente, tenerissimo, Paolo Virzì è arrivato a Torino, perché a lui è che è affidata la direzione artistica della 31' edizione del Torino Film Festival.
Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi ( 6 novembre ), la città ha sentito una sferzata che ha scosso il festival.
Non era mai stata tanto divertente la presentazione di quest'evento a cui i torinesi tengono tanto, e mai così carica di energia positiva.
In apertura, Virzì ha ironizzato su una polemica che credeva falsa e che, invece, la stampa in sala ha confermato: il TFF è stato presentato a Roma, prima della conferenza di Torino , togliendo il primato alla città.
Il Maestro incredulo e divertito, ha spento il mormorio di risentimento ricordando che il festival è un grande evento mondiale, e non un cine-forum locale. Ha chiesto ai torinesi di non indugiare nella consueta riservatezza, ma di aprire le porte dell'evento al mondo intero. Ha spiegato l'importanza di comunicare e l'ha fatto con il sorriso, scherzando con la platea, ironizzando su se stesso e sui suoi compagni di lavoro.
Il TFF sarà il primo festival cinematografico al mondo ad inaugurare una sezione “Europop”, uno sguardo sui fenomeni di consumo popolare all'estero. La rassegna nasce per capire cos'è che fa ridere i francesi, e cosa fa venire i brividi ai polacchi, cosa fa emozionare gli svedesi e cos'è il grande intrattenimento per gli irlandesi...
After hours, invece, è la sezione dedicata a tutti quei film che, per atmosfera, impianto narrativo e produttivo, eccentricità e provocazione, verranno proiettati “intorno a mezzanotte”, proprio come un tempo si faceva nella fascia notturna delle sale di proiezione.
Il programma del festival fa ben sperare: 185 titoli, 46 anteprime, 4.000 pellicole; il direttore artistico è carico di entusiasmo; le istituzioni investono nell'evento.
Questa è la volta buona che si supererà il record del 100 mila spettatori....

lunedì 4 novembre 2013

RENOIR A TORINO, ED E' SUBITO SUCCESSO


Renoir - Ritratto di donna con veletta



Il 23 ottobre 2013 è stata inaugurata alla Galleria d'Arte Moderna di Torino la mostra “ Renoir – dalle collezioni del Musée d'Orsay e dell'Orangerie”. Lunghe code di attesa per accedere alla visita.

Bisogna avere molto tempo a disposizione per visitare la mostra dedicata a Renoir presso la galleria d'Arte Moderna di Torino.
Non l'affollata, consueta corsa dell'inaugurazione, teatro di incontri sociali che implica una sorda e veloce panoramica sui dipinti scandalosamente ignorati.
Ci vuole il silenzio di un giorno qualunque, e tutto lo spazio necessario affinché ogni tela sia ammirata da vicino (vicinissimo ) e da ogni angolazione lontana.
Fin dalla prima sala sembra emergere l'essenza del genio del Maestro: tutta la sua vita e la sua produzione rappresentano una lunga lezione di felicità, come spiegava il critico Octave Mirbeau. Viveva l'arte come fosse il mestiere del buon operaio e ciò l'ha reso sereno per tutta l'esistenza.
Nel primo decennio del Novecento Renoir vedeva crescere la nuova generazione di artisti rappresentata da Picasso, Matisse, Kandinskij Malevic e Mondrian che attribuivano all'arte il compito più alto di condurre una battaglia critica contro i dettami dell'accademismo dell'arte da Salon, ossia, di quell'ambito ufficiale che otteneva il riconoscimento della borghesia e delle classi alte.
Pur avendo preso parte alla riflessione teorica fin dagli anni sessanta e settanta dell'Ottocento, Renoir resta estraneo al movimento mantenendo una cifra artistica tutt'altro che intellettuale, trasformando le proprie tele in manifesta espressione del piacere della vita e della bellezza naturale.
La pittura di Renoir è un inno alla gioia e la più efficace dimostrazione che il suo mondo é costituito da “un tutto”. Così, gli sfondi dei suoi quadri hanno la stessa importanza dei primi piani. Non sono fiori, volti, montagne, posti gli uni accanto agli altri, ma un insieme di elementi che si fondono, amalgamati da un amore più forte della loro volontà.
E' inebriante quella macchia informe che da vicino sembra nata da schizzi di colore che, passo dopo passo, a solo qualche metro di distanza, diventa la rappresentazione di un intero, definito panorama in movimento.
E nell'insieme ogni elemento è strettamente legato agli altri, tutti in eterno movimento: le fronde degli alberi sembrano realmente mosse dal vento, l'acqua scorre lasciando quasi intuirne lo sciabordio, i passanti sono puntini lontani di cui sembra vederne chiaramente i gesti.
E poi, quel fantastico senso di unicità...
Il rosso dei papaveri , che irrompe nelle sue tele con dolcezza e violenza, determina l'atteggiamento della giovane donna con l'ombrellino.
Il fiore di tiglio, e l'ape che se ne inebria, seguono la stessa corrente percorsa dal sangue che circola sotto la pelle della fanciulla seduta sull'erba. Il tiglio, l'ape, la fanciulla e Renoir sono tutti nello stesso mondo, in un insieme compatto.
Così, secondo questa percezione, l'incendio della foresta provocherà l'inondazione.
L'albero trasformato in carta e poi in parole, porterà gli uomini verso una guerra, o verso la conoscenza di ciò che è bello e grande.
Per Renoir esisteva una correlazione tra la morte del mandarino cinese e un gesto inconsciamente omicida compiuto a Parigi; tra lo scambio di idee tra due emigranti russi poco prima della guerra del 1914, in un caffè di Montparnasse, e il successivo crollo del sistema sociale, negli anni successivi, per effetto della conversazione tra quei due uomini.
Ecco come appare Renoir, anche agli occhi di una semplice visitatrice appassionata.


Ecco perché lo sguardo delle donne che ritrae sembra così profondo da racchiudere il mondo e restituirlo migliore, come in Fanciulla seduta o Madame Bernheim de Villers.
Ecco perché i suoi paesaggi sono conati di luce e gioia, vivi e pulsanti come Il pero d'Inghilterra o Paesaggio a Cannes.
Ecco perché il suo sguardo sull'infanzia stringe la gola con il cappio stretto dell'emozione, come in Ritratto di Pierre o Maternità.
Ma c'è un dipinto che non so dimenticare: Giovane donna con veletta.
Il dipinto ritrae una figura femminile di profilo che rivolge lo sguardo timidamente verso un punto a noi ignoto, sul fondo scuro dell'opera.
Un velo avvolge delicatamente il suo volto quasi simboleggiando l'intimità della scena, splendido brano di pittura illuministica.
In questa tela, in cui predomina il nero secondo l'esempio di Manet, è totalmente assente la profondità spaziale : ad eccezione delle mani, infatti la figura ritratta sembra una superficie piatta, e fra i piccoli tocchi con cui Renoir alleggerisce lo sfondo del dipinto, traspare spesso la superficie grezza della tela. Evidentemente il Maestro – e qui sta la sua arte – non cerca affatto di creare un'illusione ottica: la tela è trattata come una superficie piatta su cui egli stende i suoi colori secondo equilibri e contrasti interni al dipinto.
Il pittore impressionista non cerca la resa realistica del soggetto ma concentra il suo sforzo sullo studio della luce e dei colori, nei loro contrasti e nelle loro armonie.
Insegue il loro riflesso sulle figure umane, sulle stoffe e su ogni dettaglio dei personaggi.
Il ritratto di questa Giovane donna con veletta ti condanna ad ammirarne il fascino, la precisione del tratto indefinito, lo spessore e la delicatezza del suo mistero.
Ecco perché bisogna concedersi tanto tempo per visitare questa mostra. Perché ti porta lontano, molto lontano.




SIMON BOCCANEGRA: lo dirò con due parole...



Teatro Regio di Torino - 9 ottobre 2013 - Regia, scene e costumi di Sylvano Bussotti



Caduto alla prima rappresentazione a Venezia il 12 marzo 1857, applaudito tre mesi dopo a Napoli, fischiato alla Scala il 24 gennaio 1859, infine ripreso oltre vent'anni dopo da un Verdi che aveva già scritto l'Aida e che si accingeva all'Otello, il Simon Boccanegra appartiene al limbo di quelle opere verdiane che non sono interamente riuscite e non diventeranno mai popolari, eppure racchiudono in sé tali motivi d'interesse e tanti spunti di geniali anticipazioni, che non cadranno mai interamente nell'oblio e verranno sempre, periodicamente, “riscoperte” come un capolavoro ingiustamente misconosciuto.”
Con queste poche, efficaci parole Massimo Mila, nei lontani anni '50,  aprì e chiuse il dibattito su Simon Boccanegra.
Non aggiungerei altro, tanto è perfetto il commento.

domenica 6 ottobre 2013

CULTURA CLASSICA E CULTURA SCIENTIFICA : STRADE PARALLELE O CONVERGENTI?



E' stato presentato a Torino, nel corso della manifestazione “Portici di Carta”, il libro “Strade parallele” di Fiorenzo Alfiere e Leonardo Menon. Un dialogo tra nonno e nipote, una riflessione profonda tra Educatore e studente sulla attuale situazione della didattica italiana.

Dopo un periodo di forzata inattività giornalistica, dovuta ad impegni su altri fronti, torno a scrivere per il giornale che mi ospita, con la facoltà ( peraltro non nuova) di scegliere l'argomento da trattare. Preziosa opportunità.
Il dovere di cronaca dovrebbe indurmi ad occuparmi della crisi dell'attuale contesto politico italiano, devastato ( o sollevato...) dalla fine del Ventennio Berlusconiano, dal disgregamento e ricompattamento della sinistra fragile e confusa, dall'andamento oscillante dei mercati che, fortunatamente, hanno acquisito una sorta di sana indipendenza dai tristi fatti di lotte intestine.
Qualcosa però in me si ribella. Un sano distacco da eccesso d'informazione che ci raggiunge ovunque e in qualsiasi momento della giornata e che, senza soluzione di continuità, narra le vicende politiche con affanno, correttezza, meschinità, ingenuità, speranza o disperazione, secondo la fonte che le tratta.
Ciò premesso, racconterò di un libro che affronta il delicatissimo, irrisolto problema dell'educazione scolastica, dei suoi limiti e delle sue infinite possibilità.
Ammetto, non ho ancora letto il libro ”Strade parallele”, di Fiorenzo Alfieri e Leonardo Menon, ma ho seguito la sua presentazione nel corso della manifestazione “Portici di carta” che si è tenuta in questi giorni a Torino.
Non si è trattato di un evento qualunque, tenuto conto della portata dei relatori che hanno sostenuto la presentazione, e della platea di altissimo profilo tecnico che la seguiva.
Insieme al “Maestro elementare”, Fiorenzo Alfieri, hanno disquisito sull'argomento prestigiosi “addetti ai lavori” come Gianni Oliva, storico, politico e Preside per eccellenza dei più noti licei classici torinesi, Francesco Profumo, Accademico, ex Presidente del CNR, Presidente dell'Iren ed ex Ministro dell'Istruzione ed Ernesto Ferrero, scrittore e critico, Direttore del Salone del Libro e prestigioso intellettuale.
Tra il pubblico Gustavo Zagrebelsky, ex giudice della Corte Costituzionale e Presidente di Biennale Democrazia, Rolando Picchioni, Presidente del Salone del Libro di Torino e tanti altri ospiti illustri...
Perché tanto clamore attorno a questo libro? Perché racchiude la conversazione tra un nonno esperto di scuola ( Alfieri ) e suo nipote, giovane studente di liceo scientifico ( Leonardo).
Il primo ha segnato il percorso delle tecniche didattiche della scuola italiana collaborando con i colleghi del Movimento di Cooperazione Educativa negli anni '60 e '70. Il secondo rappresenta la categoria cui appartiene, quella degli studenti adolescenti, stretti nella morsa dei limiti che la scuola presenta e schiacciati dal crudele splendore della propria età.
Un libro scritto per tutti - insegnanti, famiglie, studenti e cittadini – perché ognuno accolga l'invito di una seria riflessione sulla possibilità di realizzare un vero cambiamento all'interno della scuola soprattutto alla luce di pochi dati sconvolgenti : in Italia il 20% degli studenti abbandona gli studi, il 10% rappresenta gli studenti modello e il restante 70% sopravvive stancamente per raggiungere la promozione.
Il dibattito che si è tenuto è stato brillantemente gestito da Ernesto Ferrero che ha ricordato la necessità di alzare il livello didattico della scuola italiana sostituendo le tanto citate “tre i” della riforma Moratti ( inglese, informatica ed impresa), con “tre e” fondamentali per la formazione di un ragazzo: educazione, etica ed emozione.
Riflessivo l'intervento di Gianni Oliva volto a denunciare il deficit di contemporaneità della scuola, ossia, la netta distanza che intercorre tra le nozioni impartite ( per esempio di storia, filosofia e letteratura ), e la realtà quotidiana ( per esempio gli attuali scenari geopolitici). Gap incolmabile cui dipende un grave deficit di umanità. Da grande esperto del mondo scolastico, non ha trascurato la necessità di riscattare gli insegnanti dalla condizione di umiliazione in cui si trovano nell'ambito del proprio lavoro, a partire da un più adeguato riconoscimento economico.
Efficace la riflessione di Francesco Profumo che, forte della propria formazione scientifica, ha ricordato l'importanza che la scuola trasmetta ai ragazzi due indispensabili strumenti di crescita: il metodo di analisi e quello di sintesi, mezzi necessari ad analizzare la quantità abnorme e confusa di informazione che il mondo offre quotidianamente.
Due giovani ragazze hanno raccontato la propria esperienza scolastica, francamente un po' inutile, tenuto conto che rappresentavano quell'impercettibile dieci per cento di studenti modello che non rappresentano affatto la popolazione studentesca.
L'incontro è stato chiuso dall'intervento di Fiorenzo Alfieri. E' stato per tanti anni Assessore alla Cultura di Torino tracciando il profondo cambiamento culturale della città nel corso degli ultimi 20 anni ma, prima di allora, è stato l'Educatore, colui che ha dedicato molti anni della sua appassionata carriera di insegnante alla riforma di una scuola in cui credeva profondamente.
Il suo tentativo, dialogando con il nipote, sarà quello di cercare oggi, come allora, una nuova possibilità di crescita per il metodo didattico cui affidiamo la formazione dei ragazzi. Una sorta di dialogo socratico per il raggiungimento di una soluzione né reticente né catastrofica per il raggiungimento di un punto di incontro tra la cultura scientifica e quella classica, così inscindibili tra loro eppure così lontane nelle aule scolastiche. Il punto in cui potrebbero convergere le “strade parallele”.

Unico grande assente: Leonardo. Anche questo gesto, forse, è polemico come il suo punto di vista nei confronti della scuola ma sicuramente necessario per rendere il dibattito inevitabile.




mercoledì 11 settembre 2013

FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE E TORINOMO FILM FESTIVAL INSIEME ALLA MOSTRA DI VENEZIA.



Paolo Damilano - Presidente Fctp - Davide Bracco - Direttore Fctp - Paolo Virzì - Regista e Direttore del TFF - Alberto Barbera - Direttore della Mostra di Venezia e Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino - Michele Coppola - Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte - Paolo baratta - Presidente della Biennale di Venezia - Antonella frontani - Vice Presidente Fctp - Paolo Tenna - Amministratore Delegato Fip

Tutti insieme a Venezia per l'evento che ha sancito la collaborazione tra Film Commission Torino Piemonte e Torino Film Festival.

mercoledì 24 luglio 2013

FEMMINICIDIO - UN FENOMENO IN TRAGICO AUMENTO

Maria Cristina Spinosa, Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Torino e Fulvio Rossi, Direttore Scientifico Osservatorio Internazionale Vittime di Violenza, ad Antropos per affrontare il tragico fenomeno di attualità.
Conduce Antonella Frontani
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella



INTERVISTA A BEPPE FOSSATI

Ad Antropos il  Direttore di Torino Cronaca Qui intervistato sul futuro di Torino e del giornale che dirige.
Conduce Antonella Frontani
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella


lunedì 24 giugno 2013

A TORINO SONO DURATI 15 GIORNI GLI SMART CITY DAYS

A Torino una grande manifestazione per celebrare l'impegno della città in  tutte le attività che la premiano come "Smart City".
Gli  Smart City Days racchiudono  anche "Cinemambiente",  lo storico festival di rilievo nazionale su tematiche ambientali.
Ad Antropos ne parla Gaetano Capizzi, Direttore Artistico di Smart City Days e di Cinemambiente e Donatella Mosso, Responsabile progetti salute e relazioni distretto Fondazione Torino Wireless.
Intervista Antonella Frontani
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella


giovedì 13 giugno 2013

FILM COMMISSION: IL CINEMA E' L'INDUSTRIA DEL SOGNO

Ad Antropos Paolo Damilano,  il nuovo Presidente di Film Commission Torino Piemonte, ha parlato della nuova mission della struttura.
In studio anche Paolo Tenna, Amministratore Delegato Fip, per spiegare il valore del tax credit e Davide Bracco, Direttore, per rappresentare i settori e i servizi che Film Commission è in grado di offrire alle produzioni cinematografiche.
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella



martedì 4 giugno 2013

PROGETTO ROTA: LIBERARE IL FUTURO




E' stato presentato il quattordicesimo Rapporto “Giorgio Rota”, progetto
sostenuto dalla Compagnia San Paolo e realizzato dall'associazione L'Eau Vive insieme alla Fondazione Rota, che ha accompagnato nel corso degli anni la trasformazione della città, leggendone i successi e i fallimenti.

Il confronto più diretto é avvenuto tra Luca Davico e Luisa Debernardi, curatori del rapporto, e il Sindaco Fassino.
La presentazione dello studio di ricerca è partita dal dato inconfutabile che la crisi sia diventata strutturale e, piuttosto che focalizzare l'attenzione sui suoi effetti, il tentativo è stato quello di capire quanto ancora sia solido il tessuto produttivo attraverso un'attenta analisi dell'ultimo decennio.

Soprattutto, l'obiettivo è stato quello di capire come si collochi la realtà torinese nel confronto con le altre metropoli e se la città abbia perso, nel tempo, la sua postazione di città all'avanguardia.

L'esito non è stato generoso.
E' emerso il quadro di una città in affanno, malposta in una classifica che racchiude le città del nord del paese. Dall'analisi risulta che:
  • la burocrazia a Torino è affondata in un sistema inefficiente, per tempi e risultati, che la colloca al quart'ultimo posto tra le città di 27 paesi;
  • l'illegalità, nonostante le tante azioni messe in campo, la vede solo in una mediocre posizione centrale della suddetta classifica;
  • i tassi di occupazione femminile sono bassi;
  • le infrastrutture sono insufficienti, anche rispetto ad una città problematica come Genova ( qualcuno dalla platea suggerisce che il vantaggio sia dovuto al porto)
  • la capacità attrattiva nel settore universitario è buona, ma scarsa è la capacità di collocamento delle professioni nel mondo del lavoro
  • il livello di retribuzione del settore manageriale è troppo basso per essere attrattivo
Emerge, quasi consolatorio, il giudizio positivo nei confronti del settore trasporti della città, mentre il servizio aereo ne esce a pezzi.
Torino viene promossa come città dedicata alla ricerca, ma bocciata come luogo di realizzazione di progetti e opportunità.
La sensazione è quasi quella di un processo, anche se, com'è noto, le eventuali responsabilità della politica, in questo caso, non sono recenti ma provengono da lontano.
Il Sindaco Fassino non cerca la fuga nell'addebito di responsabilità alle passate gestioni ma accoglie il carico delle critiche e, analizzandone una ad una, ne tenta la demolizione.
Inizia cercando una contestualizzazione ai dati della ricerca: è possibile che Torino registri il più alto indice di ricorso alla cassa integrazione, ma è pur vero che rappresenta la città più industrializzata del Paese. Sicuramente, per Reggio Calabria lo stesso dato risulta più basso.
Ammette, ironizzando con il suggerimento provenuto dalla platea, che a Torino non c'è il porto perché manca ancora il mare, ma promette che in qualità di Sindaco farà il possibile per dotarne la città.
Ironia a parte, il suo intervento vira decisamente verso i dati inerenti i successi:
in campo culturale, universitario, tecnologico, amministrativo ( per un'efficenza che non riconosce nei dati presentati) e soprattuto internazionale.
Ha ricordato i grandi progetti che hanno trasformato il volto della città attraverso il recupero di 5 milioni di metri quadrati, parte dell'area abbandonata nel decennio 80/90, in seguito alla chiusura delle fabbriche.
Ha sottolineato il nuovo ruolo di Torino all'estero, i molteplici contatti con ambasciatori di tutto il mondo per la stipulazione di accordi in ogni campo.
Ha ricordato la nuova veste turistica della città e la sua capacità nel diversificare le sue risorse rispetto alla monoproduzione manufatturiera.
Due analisi quasi opposte, ugualmente corrette, dello stesso luogo, come realtà lontane.
Forse la città ha più bisogno di confronto che di scontro.
Forse la ricerca potrebbe lavorare per legare maggiormente i dati al contesto, e la politica comprendere che le analisi sono strumento prezioso per una riflessione seria sul difficile contesto attuale, e non un attacco diretto al proprio orgoglio.
Il Progetto Rota è un'opportunità preziosa e Torino una città realmente all'avanguardia.

lunedì 3 giugno 2013

LA VIABILITA' A TORINO : CRITICITA' E SOLUZIONI

L'Assessore al Trasporto della città di Torino, Claudio Lubatti,  ad Antropos risponde delle criticità della viabilità cittadina.
Nel corso della puntata si parla anche della probabile vendita parziale dell'Utility GTT  e dello stato di avanzamento dei cantieri nelle stazioni Zappata e Stura.
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia
regia Davide Minnella


LO STUDIO DELLO SPIAGGIAMENTO DEI CETACEI DIVENTA UNO STRUMENTO PER CAPIRE LO STATO DI INQUINAMENTO DEI NOSTRI MARI


Nella prima parte di questa puntata, Antropos torna ad occuparsi dello stato di inquinamento dei nostri mari attraverso lo studio del fenomeno che comporta lo  spiaggiamento.
Grande lavoro, in questo senso, è stato fatto dall'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.

  • In studio Maria Caramelli - Direttore Generale dell'Istituto  e Angelo Ferrari - Direttore della Struttura Complessa di Genova, Savona, e Coordinamento della Liguria - .


La seconda parte della puntata, invece, è dedicata allo studio approfondito  che l'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta ha condotto nei confronti del contagio di patologie da insetti.
In studio Maria Caramelli - Direttore Generale dell'Istituto - e Alessandra Pautasso - Struttura Complessa di Neuroscienze - Neuropatologie  al Centro di Referenza per la TSE

Servizio di approfondimento Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella



martedì 21 maggio 2013

STAMINALI TRA RICERCA E CLINICA

Riprende, ad Antropos, il dibattito sull'impiego delle cellule staminali nella lotta contro le gravi patologie.
Il dr. Sebastiano Marra - Direttore del Dipartimento Cardio Vascolare e Toracica della Città della Salute, il Prof. Leonardo Lopiano - Professore Ordinario dell'Università di Torino - e il Prof.  Adriano Chiò -  Professore Associato presso la Struttura Complessa di Neurologia della Città della Salute di Torino - spiegano i successi raggiunti nel campo dalla ricerca, ed il percorso ancora lungo da compiere per il loro utilizzo.
Conduce in studio Antonella Frontani
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella


martedì 14 maggio 2013

LA RICERCA SI COALIZZA CONTRO ALLERGIE E INTOLLERANZE


Molti sono gli studi condotti dall'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta circa la composizione chimica, fisica e batteriologica dei cibi al fine di combattere allergie e intolleranze alimentari.
Una task force della Città della Salute, collabora con l'istituto per fornire ogni dato necessario agli studi promossi dall'istituto.
Na parlano ad Antropos  Dottoressa Maria Caramelli, Direttore Generale dell'IZP e il Prof.  Gianni Cadario, Direttore del Reparto di Allergologia e Immunologia della Città della Salute di Torino.
Conduce Antonella Frontani
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia


Prof. Gianni Cadario - Direttore Reparto Allergologia e Immunologia Città della Salute di Torino


CELLULE STAMINALI:CHE FARE?

Questa sera e domani sera, alle 20 su Quarta rete tv, si riaccende il dibattito sull'uso delle cellule staminali per uso terapeutico.
Tre luminari del campo spiegheranno il loro utilizzo, i dubbi, lo stato di avanzamento della ricerca e ogni polemica sorta al riguardo.
Diretta web sul sito www.ecograffi.it
Conduce Antonella Frontani
Servizi di approfondimento Giorgio Diaferia
Regia Davide Minnella

mercoledì 8 maggio 2013

NUTRIZIONE: ARMA EFFICACE CONTRO LE MALATTIE

La nutrizione è una scienza  sempre più raffinata nella lotta contro le malattie, dunque sempre maggior importanza assume il  nostro comportamento nei confronti del cibo.
Ad Antropos Marcello Mazzù, medico e Presidente del Comitato Scientifico Città del Bio, spiega il fatale nesso tra alimentazione e patologie, mentre la dottoressa Biorci, biologa e docente di Scienze dell'alimentazione presso il SUISM di Torino, spiega l'interazione dei componenti del cibo con il nostro corpo.
Servizi a cura di Giorgio Diaferia



Marcello Mazzù - Medico - Presidente del Comitato Scientifico Città del Bio

                        Felicina Biorci Biologa - Docente Scienze dell'alimentazione Suism Torino

giovedì 2 maggio 2013

FINANZA E POLITICA. QUALE RELAZIONE?





Le vicende politiche interne al nostro paese sembrano spostare l'attenzione da quello che accade nei mercati finanziari. Eppure, non può esistere un'interruzione nel rapporto tra politica e finanza. Tanto meno, incompetenza. Pena, la recessione.

Abbiamo faticato ad avere un Governo. Non siamo riusciti ad eleggere un nuovo Presidente della Repubblica e, senza disconoscere il valore di Napolitano, è stata una bella dimostrazione di impotenza.
Al di là di ogni facile accusa alla classe politica attuale ci si chiede, con apprensione, quale rassicurazione essa stessa possa offrire nei confronti della spietata legge dei mercati finanziari internazionali.
Tempo fa rimasi folgorata da una lectio magistralis di Umberto Galimberti sul ruolo della politica nei confronti della finanza. La sua sapienza, la sua ratio e la sua innegabile capacità oratoria riuscirono a sbalordire l'intera platea di un teatro circa la debole posizione dell'uomo politico rispetto alla vera forza dominante nella società del nostro secolo: la Finanza, mostro incontrollabile perché mosso da meccanismi sconosciuti per la politica che dovrebbe governarlo. Panico!
Tento una riflessione: cos'è l'Economia? E la Finanza?
Tendo a credere che se l'Economia è lo studio della gestione, acquisizione e organizzazione delle risorse scarse per il miglioramento della nostra vita dominata da fattori economici, l'Economia Finanziaria non è che lo studio della misurazione e della gestione del rischio, vero polmone che ne assorbe ogni effetto.
Stabilire il nesso tra la politica e il governo del rischio finanziario è necessario per garantire stabilità. Ma la politica è in grado di assolvere a questo compito?
Se la valutazione del rischio non fosse fondamentale, tutta la teoria della finanza si spiegherebbe più facilmente. In realtà, nel campo finanziario l'aspetto più strettamente legato al rischio è il tempo, per cui ogni scelta intertemporale comporta una decisione di cui si vedranno gli effetti solo nel corso degli anni successivi. E' il caso del rischio legato al mercato dei titoli.
I titoli derivati, diventati tristemente noti dopo la crisi finanziaria del 2008, sono nati proprio per ridurre la possibilità di rischio. Sono contratti che agiscono come polizze e hanno come principale funzione quella di trasferire il rischio ad un altro soggetto.
Derivano il loro valore da un'altra attività definita”sottostante”, e ne esiste un tipo per ogni settore che abbia rilevanza per l'economia: petrolio, oro, grano, valute e azioni.
I derivati rinegoziano il rischio legato ad operazioni sottostanti dietro il pagamento di un prezzo, provvedendo a trasferirlo e compensarlo alla luce di due scopi:
  1. funzionare come un'assicurazione che metta il sottoscrittore al riparo da eventi futuri non prevedibili come, ad esempio, la fluttuazione di una valuta o la quotazione di un'azione o materia prima;
  2. speculare su questi stessi eventi.
Per tradurre dette intenzioni basti pensare all'acquisto di azioni per le quali, tre mesi dopo, viene pagato un prezzo fissato in partenza ( es. 100), assicurando il sottoscrittore dal rischio che il prezzo sia più altro ( es. 120). Una sorta di scommessa che può essere fatta anche puntando sul futuro rialzo della quotazione e del conseguente guadagno che ne deriverebbe.

I titoli derivati non sono un'invenzione recente ma piuttosto antica, tenuto conto che risalgono fin dai tempi di Aristotele. E' vero, però, che solo dagli anni 70 del secolo scorso il loro impiego è diventato esponenziale quando, cioè, la combinazione di scienza finanziaria, tecnologia informatica, telecomunicazioni e, soprattutto, la necessità del trasferimento del rischio, ne hanno comportato l'esplosione.
Per molte persone i derivati, per la difficoltà legata alla definizione del loro valore e per il fatto che rappresentano prodotti finanziari scambiati sui mercati, sono titoli difficili da comprendere e da regolamentare.
Eppure i titoli in questione, sono fondamentali per regolare anche il rischio nei tassi di interesse bancari dovuto al loro disallineamento. Infatti, le banche si rivolgono a due tipologie di clienti: coloro che chiedono un prestito ( ad es. un mutuo per l'acquisto di una casa), e coloro che prestano denaro alla banca attraverso i depositi.
I tassi, in questi due casi, sono diversificati essendo fissi per il denaro prestato, e variabili per le liquidità introitate. Se il tasso d'interesse variabile sale, aumenta l'effetto negativo sui profitti della banca. Specularmente, se i tassi di interesse si riducono, la banca realizza un profitto. Per le banche, dunque, esiste un rischio troppo alto legato alla fluttuazione dei tassi d'interesse. Anche qui interviene la funzione di un titolo derivato appositamente studiato ( Interest Swap).
Ma quale è la formula che regola la funzione di un derivato permettendo di stabilire un valore incalcolabile come quello di un rischio? Chi ha studiato questa formula?
Negli anni 70 tre studiosi, Myron Sholz, Fischer Black e Robert Merton ( allievo brillante del Premio Nobel per l'economia 1970 Paul Samuelson) iniziarono a lavorare su una metodologia, piuttosto robusta, per calcolare il valore del rischio arrivando a pubblicare, separatamente, due distinti articoli sul Journal of Political Economy.
Nacque la formula matematica Black & Sholz ( così denominata da Merton), e prese vita il Chicago Board Options Exchange, la più importante borsa del mondo per la negoziazione dei titoli. Finalmente era nato un mercato dei titoli e lo strumento necessario a permettere il loro scambio: la formula B&S.
Dunque, il segreto di un titolo derivato e della sua straordinaria efficacia, è espresso in un modello matematico la cui affidabilità è stata a lungo valutata dai più prestigiosi ambiti prestigiosi : la formula suddetta che, nel 1997, portò il Nobel per l'economia a Myron Sholz e Robert Merton ( Fischer Black nel frattempo era morto).
Ma allora, perché è scoppiata la crisi finanziaria del 2008, sfociata nel fallimento delle grandi banche mondiali come Lehman Brothers?
Vuol dire che non possiamo riporre fiducia negli infallibili modelli matematici?
Non proprio.
Tutto iniziò negli Stati Uniti con la crisi dei mutui subprime. Si trattava di una condizione economica non ideale in cui soggetti ad alto rischio di insolvenza accedevano ai muti, esponendo i creditori ( le banche), ad un alto rischio.
Il contesto era quello di una grande bolla immobiliare in cui. il fenomeno dei crediti subprime, saliva proporzionalmente al valore degli immobili ( anno 2000 ).
Gli istituti di credito, per garantirsi dall'alto rischio di insolvenza, facevano ricorso a nuovi strumenti finanziari come i derivati, al fine di trasferire il rischio a terzi soggetti e ottenere nuova liquidità di investire.
Ma ogni bolla scoppia, come quella immobiliare nel 2007.
L'implosione del mondo immobiliare e l'innalzamento dei tassi dei muti contribuirono ad aumentare la morosità e l'insolvenza dei debitori innescando una crisi finanziaria senza
precedenti. Venne paragonata a quella del 1929 ma, ben presto, divenne mondiale.
Le proprietà tornarono sul mercato e i crediti non recuperati, sminuzzati e venduti a investitori e a banche di tutto il mondo, causarono l'arresto nel sistema dei prestiti.
Fu il “Credit Crunch”, ovvero, il drastico calo nelle disponibilità di credito di cui leggemmo le conseguenze sui giornali di tutto il mondo ( fallimentoLehamn Brothers ).
L'aumento del costo del petrolio e di ogni genere di prima necessità innescò la crisi che investì tutti i paesi dell'occidente, fino alla recessione.
Avvenuto ciò, i titoli derivati divennero, per la pubblica opinione fonte di incertezza e di grandi paure. Ma è giusto pensare che il problema scaturì per un imprecisione del modello matematico o che, invece, le cause ebbero altre origini?
Secondo gli esperti, al di là di indubbie manovre speculative, la più preoccupante ragione risiede nel cattivo utilizzo di modelli assolutamente attendibili, perché tra le peggiori sciagure vi è quella dell'incompetenza che spinge la politica a manovre inconsapevoli di strumenti che non conosce.
Ecco, dunque, riaffiorare le lucide, spietate dichiarazioni di Galimberti che spaventarono la platea attonita: il mal governo della finanza, per mano di una politica mediamente incompetente, getta le sorti dell'umanità in un futuro pieno di incertezze!
Che la politica ( compresa quella del nostro neonato governo) torni ad affidarsi in mani esperte e non casuali....



lunedì 29 aprile 2013

TORINO JAZZ FESTIVAL: SPLENDIDO CAOS, IMPAREGGIABILE TECNICA



Wallace Roney



Continua la seconda edizione del Torino Jazz Festival con l'avvicendamento di grandi nomi del jazz.

Il tempo a Torino è stato clemente per mezza giornata e ha concesso una tregua al concerto che, nel pomeriggio, ha tenuto la Cosmic Band di Gianluca Petrella e, in serata, a quello del sestetto del trombettista Wallace Roney.
Entrambi gli eventi sono stati dedicati ad un grande artista del passato.
Gianluca Petrella, giovane e carismatico trombonista barese trapiantato a Torino, ha organizzato l'omaggio a Sun Ra ( Herman Poole Blount), musicista che ha scritto alcune delle pagine più visionarie del jazz di ogni epoca.
Strumentista prediletto da Enrico Rava e artista acclamato dalla critica internazionale, tre anni fa Gianluca ha avviato la sua opera principale dedicata a Sun Ra, registrando due volumi dal titolo “ Coming Tomorrow”.
Nel corso del concerto Petrella ha sfoderato la sua audacia e ha reso il suo omaggio al Maestro senza alcun atteggiamento riverenziale: grande tecnica, capacità di direzione, personalità, lungimiranza e sfrontatezza sono sempre state le armi di questo impavido artista che ottenuto, rapidamente, l'assegnazione di numerose onorificenze.
Giusta menzione meritano i membri del suo gruppo che hanno seguito alla perfezione ogni minimo cenno di sopracciglio del loro leader: Francesco Bigoni al sax, Mirco Rubegni alla tromba, Giovanni Guidi al pianoforte sono solo tre dei dieci validi elementi che si sono esibiti. Con Beppe Scardino al sax Baritono, Gianluca si è esibito in un vero duello testosteronico.
Eloquente l'omaggio a Miles Davis per la formazione che, in serata, si è esibita in Piazza Castello con un concerto dal titolo “ Miles Smiles”, ispirato al disco edito da Devis nel 1967, prima della svolta elettrica segnata da “In A Silent Way”.
Altissimo livello artistico quello del sestetto che si è esibito, a partire dal trombettista
Wallace Roney. Fantastici anche il sassofonista Rick Margitza e l'organista Joey De Francesco.
Nel primo concerto  regnava  quello splendido caos cosmico che sembra regolare la musica jazz sollevandola dalle ovvietà terrene; nel secondo concerto emergeva fortemente la sensazione che il jazz sia l'attitudine del talento...


Gianluca Petrella