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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


domenica 6 ottobre 2013

CULTURA CLASSICA E CULTURA SCIENTIFICA : STRADE PARALLELE O CONVERGENTI?



E' stato presentato a Torino, nel corso della manifestazione “Portici di Carta”, il libro “Strade parallele” di Fiorenzo Alfiere e Leonardo Menon. Un dialogo tra nonno e nipote, una riflessione profonda tra Educatore e studente sulla attuale situazione della didattica italiana.

Dopo un periodo di forzata inattività giornalistica, dovuta ad impegni su altri fronti, torno a scrivere per il giornale che mi ospita, con la facoltà ( peraltro non nuova) di scegliere l'argomento da trattare. Preziosa opportunità.
Il dovere di cronaca dovrebbe indurmi ad occuparmi della crisi dell'attuale contesto politico italiano, devastato ( o sollevato...) dalla fine del Ventennio Berlusconiano, dal disgregamento e ricompattamento della sinistra fragile e confusa, dall'andamento oscillante dei mercati che, fortunatamente, hanno acquisito una sorta di sana indipendenza dai tristi fatti di lotte intestine.
Qualcosa però in me si ribella. Un sano distacco da eccesso d'informazione che ci raggiunge ovunque e in qualsiasi momento della giornata e che, senza soluzione di continuità, narra le vicende politiche con affanno, correttezza, meschinità, ingenuità, speranza o disperazione, secondo la fonte che le tratta.
Ciò premesso, racconterò di un libro che affronta il delicatissimo, irrisolto problema dell'educazione scolastica, dei suoi limiti e delle sue infinite possibilità.
Ammetto, non ho ancora letto il libro ”Strade parallele”, di Fiorenzo Alfieri e Leonardo Menon, ma ho seguito la sua presentazione nel corso della manifestazione “Portici di carta” che si è tenuta in questi giorni a Torino.
Non si è trattato di un evento qualunque, tenuto conto della portata dei relatori che hanno sostenuto la presentazione, e della platea di altissimo profilo tecnico che la seguiva.
Insieme al “Maestro elementare”, Fiorenzo Alfieri, hanno disquisito sull'argomento prestigiosi “addetti ai lavori” come Gianni Oliva, storico, politico e Preside per eccellenza dei più noti licei classici torinesi, Francesco Profumo, Accademico, ex Presidente del CNR, Presidente dell'Iren ed ex Ministro dell'Istruzione ed Ernesto Ferrero, scrittore e critico, Direttore del Salone del Libro e prestigioso intellettuale.
Tra il pubblico Gustavo Zagrebelsky, ex giudice della Corte Costituzionale e Presidente di Biennale Democrazia, Rolando Picchioni, Presidente del Salone del Libro di Torino e tanti altri ospiti illustri...
Perché tanto clamore attorno a questo libro? Perché racchiude la conversazione tra un nonno esperto di scuola ( Alfieri ) e suo nipote, giovane studente di liceo scientifico ( Leonardo).
Il primo ha segnato il percorso delle tecniche didattiche della scuola italiana collaborando con i colleghi del Movimento di Cooperazione Educativa negli anni '60 e '70. Il secondo rappresenta la categoria cui appartiene, quella degli studenti adolescenti, stretti nella morsa dei limiti che la scuola presenta e schiacciati dal crudele splendore della propria età.
Un libro scritto per tutti - insegnanti, famiglie, studenti e cittadini – perché ognuno accolga l'invito di una seria riflessione sulla possibilità di realizzare un vero cambiamento all'interno della scuola soprattutto alla luce di pochi dati sconvolgenti : in Italia il 20% degli studenti abbandona gli studi, il 10% rappresenta gli studenti modello e il restante 70% sopravvive stancamente per raggiungere la promozione.
Il dibattito che si è tenuto è stato brillantemente gestito da Ernesto Ferrero che ha ricordato la necessità di alzare il livello didattico della scuola italiana sostituendo le tanto citate “tre i” della riforma Moratti ( inglese, informatica ed impresa), con “tre e” fondamentali per la formazione di un ragazzo: educazione, etica ed emozione.
Riflessivo l'intervento di Gianni Oliva volto a denunciare il deficit di contemporaneità della scuola, ossia, la netta distanza che intercorre tra le nozioni impartite ( per esempio di storia, filosofia e letteratura ), e la realtà quotidiana ( per esempio gli attuali scenari geopolitici). Gap incolmabile cui dipende un grave deficit di umanità. Da grande esperto del mondo scolastico, non ha trascurato la necessità di riscattare gli insegnanti dalla condizione di umiliazione in cui si trovano nell'ambito del proprio lavoro, a partire da un più adeguato riconoscimento economico.
Efficace la riflessione di Francesco Profumo che, forte della propria formazione scientifica, ha ricordato l'importanza che la scuola trasmetta ai ragazzi due indispensabili strumenti di crescita: il metodo di analisi e quello di sintesi, mezzi necessari ad analizzare la quantità abnorme e confusa di informazione che il mondo offre quotidianamente.
Due giovani ragazze hanno raccontato la propria esperienza scolastica, francamente un po' inutile, tenuto conto che rappresentavano quell'impercettibile dieci per cento di studenti modello che non rappresentano affatto la popolazione studentesca.
L'incontro è stato chiuso dall'intervento di Fiorenzo Alfieri. E' stato per tanti anni Assessore alla Cultura di Torino tracciando il profondo cambiamento culturale della città nel corso degli ultimi 20 anni ma, prima di allora, è stato l'Educatore, colui che ha dedicato molti anni della sua appassionata carriera di insegnante alla riforma di una scuola in cui credeva profondamente.
Il suo tentativo, dialogando con il nipote, sarà quello di cercare oggi, come allora, una nuova possibilità di crescita per il metodo didattico cui affidiamo la formazione dei ragazzi. Una sorta di dialogo socratico per il raggiungimento di una soluzione né reticente né catastrofica per il raggiungimento di un punto di incontro tra la cultura scientifica e quella classica, così inscindibili tra loro eppure così lontane nelle aule scolastiche. Il punto in cui potrebbero convergere le “strade parallele”.

Unico grande assente: Leonardo. Anche questo gesto, forse, è polemico come il suo punto di vista nei confronti della scuola ma sicuramente necessario per rendere il dibattito inevitabile.