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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


martedì 19 febbraio 2013

PIERGIORGIO ODIFREDDI TORNA AD ANTROPOS

I meccanismi che regolano il mondo economico sono sempre più incomprensibili per ognuno di noi.
Il Prof. Piergiorgio Odifreddi, che ha fatto parte dei prestigiosi relatori di una collana di video conferenze dedicati ai temi dell'economia,  ad Antropos spiega i modelli matematici adottati in economia.
GUARDA ANTROPOS





lunedì 11 febbraio 2013

NASCE A TORINO LA JAZZ SCHOOL

E' nata la Jazz School Torino, una nuova realtà formativa, produttiva e di ricerca introno al jazz e alle musiche d'arte contemporanea.
La scuola è situata nella splendida cornice di Palazzo Barolo  che ospita, nel contempo, l'Accademia Musicale Torinese.
Corsi didattici, seminari, partnership, collaborazioni, ed eventi di carattere internazionale faranno della Jazz School un affascinante, prestigioso centro di formazione e ascolto del jazz a Torino.
Ad Antropos alcuni dei suoi più prestigiosi docenti raccontano gli obiettivi del Centro e si esibiscono in performances dal vivo.


venerdì 8 febbraio 2013

SERGIO MARCHIONNE: LA FIEREZZA DI UN LUPO





Nel corso di “la Repubblica delle idee” che si è tenuta a Torino, si è svolto l'atteso incontro della città con Sergio Marchionne, intervistato da Ezio Mauro.

L'immagine è appannata dall'imitazione che ne fa Crozza, così, quando Sergio Marchionne ha fatto il suo ingresso nella Sala del Teatro Carignano di Torino per l'incontro con Ezio Mauro indossando il suo maglioncino blu, ci si aspettava la fatidica frase che Crozza ripete come un mantra: ”non mi aspetto che mi si dica grazie, ma neppure che Landini mi buchi le ruote dell'auto...”.
In realtà, l'abile manager se l'è cavata meglio, e alla prima domanda in cui Ezio Mauro gli ha chiesto in quale delle tante città a cui è legato vive, lui ha risposto secco e divertente: “In aereo...”. E' stato un buon inizio.
La platea era attentissima e fredda tanto da creare un'atmosfera, per la verità, difficile per chiunque, anche per un duro come Marchionne.
Come un vero lupo stretto all'angolo, avvertiva la tensione e, all'inizio, sembrava subirla. Non è durata molto, però. Lui sa il fatto suo...
Mauro ha dato corso ad un'intervista lunga e ricca di ogni passaggio ostico. Non ha trascurato nulla, e non ha regalato vantaggi al lupo stretto nella tagliola.
Il direttore di “la Repubblica” è riuscito laddove molti avevano fallito: portare Sergio Marchionne ad un confronto pubblico, nella città che si è sentita minacciata dal suo abbandono e, per di più, subito dopo l'intervista – show di Landini, molto più avvezzo al palcoscenico e alle folle da arringare.
La sua difesa è partita dall'attacco.
Ha ricordato la situazione finanziaria disastrosa in cui si trovava la FIAT nove anni fa, quando lui arrivò: perdeva milioni ogni giorno. Oggi, l'azienda chiude con un pareggio.
Ha menzionato lo storico accordo con la casa Chrysler e la grande opportunità che ha rappresentato per un'azienda il cui obiettivo è la massima internazionalizzazione.
Ezio Mauro l'ha ricondotto a terra: “Ma è cresciuto anche il numero di cassaintegrati...”
Marchionne, sempre più vibrante nella difesa: “Il mercato è crollato ovunque e in Italia abbiamo perso il 60 per cento delle vendite. E' impossibile frenare una flessione, in queste condizioni”
Mauro: “ Non pensa che nuovi modelli competitivi potrebbero aiutare le vendite?”
Marchionne: “Nell'ambito di un mercato piegato dalla crisi, sarei un manager pazzo se lanciassi modelli nuovi appartenenti alla fascia media. Non c'è, per ora, l'utenza che potrebbe acquistarli. In questa fase, è meglio restare fermi al tavolo ed attendere. Come nel poker..Nel frattempo FIAT investirà solo nelle auto piccole e di grande lusso, come la Ferrari che verrà presentata a marzo al Salone di Ginevra: l'auto più lussuosa del mondo”.
Nel corso della lunga intervista ( due ore), il lupo si è rilassato e proprio quando si è sentito più accolto, ha fatto una bella dimostrazione di forza: ha parlato degli errori. Suoi e dell'azienda.
Lanciare “Fabbrica Italia” lo ha definito la sua più grande sciocchezza; un clamoroso errore di valutazione.
L'Intervento in Cina che FIAT ha compiuto dieci anni fa, è stato condotto malissimo e l'azienda ha impiegato quattro lunghissimi anni per uscirne.
Ha fatto promessa solenne che FIAT non abbandonerà l'Italia e che non si andrà a costruire in Polonia ma a Melfi.
Ha spiegato l'ingente investimento produttivo di Grugliasco dove si concentreranno i marchi Maserati e Alfa Romeo.
Ha giurato che non venderà Mirafiori.
Ma alla richiesta di un'apertura al dialogo con Landini non ha promesso nulla.
Finita l'intervista nessun indugio davanti alla platea che non si è scaldata mai.
E' fuggito come un lupo che torna nel bosco quando si apre la tagliola. Ma con lo stesso coraggio, dignità e fermezza di quello splendido predatore intelligente.

martedì 5 febbraio 2013

ENERGIE RINNOVABILI: IL POLITECNICO DI TORINO COORDINARA UN PROGETTO EUROPA - CINA




EC2 è un progetto sulle energie rinnovabili che nasce da una collaborazione tra Europa e Cina.
Il centro di ricerca è situato all'interno della più prestigiosa università cinese e l'attività  è particolarmente concentrata sull'analisi delle problematiche della demo-zone "Urumqi, area fortemente industrializzata e inquinata.
Al Politecnico di Torino è stato affidato il ruolo di coordinatore del progetto.
Ad Antropos ne parlano l'Architetto Roberto Pagani, co-direttore del Centro e l'Ingegner Vincenzo Fracastoro, membro dello stesso management.
La prima parte della puntata è dedicata, invece, all'impegno del Dipartimento Energia del Politecnico nel campo delle energie rinnovabili.
Ne parlano il Direttore del Dipartimento Ingegner Marco Masoero e l'Ingegner Vincenzo Fracastoro

domenica 3 febbraio 2013

LA VEEMENZA DI LANDINI




E' stato un incontro di grande impeto quello con Landini intervistato da Massimo Giannini nel corso de “la Repubblica delle idee”.
La platea del Teatro Carignano accesa, ha risposto calorosamente.

Tra gli imprenditori, politici, giornalisti, professionisti e cittadini presenti nel pubblico seduto nella sala del Teatro Carignano, anche molti sostenitori di Maurizio Landini, accesi dall'entusiasmo per la lotta sindacale.
Per la verità, l'entrata di Landini in teatro e la sua spigliatezza nel gestire il palcoscenico e la folla, lo rendono più superstar che sindacalista...
L'intervista inizia con la domanda di Giannini spietata ed intelligente: “cosa è successo al lavoro? In quale percentuale la sua regressione è dovuta alla sconfitta del sindacato”?
Il fiume in piena “Landini” rompe gli argini subito e inizia la sua giaculatoria contro il capitalismo finanziario che ha contribuito a mettere in contrapposizione migliaia di persone mandando in crisi il sindacato, come da sua stessa ammissione.
S'infiamma in partenza, gesticola generosamente, alza la voce, sembra incitare la folla contro il nemico: tutti. I poteri privati e i poteri finanziari, i sindacati accomodanti, la politica interessata. Chiunque non entri a far parte del suo schieramento fortemente motivato a salvare il mondo del lavoro.
Giannini ascolta.Incalza con domande sempre più intelligenti ma sa bene che non serve scomporsi, Landini non rinuncerebbe a quello show.
Le sue argomentazioni sono giuste, indubbiamente. Nessuno, che non sia in malafede, si schiererebbe contro i lavoratori, contro gli incentivi al lavoro, contro il sostegno dei disoccupati, ma bisognerebbe non prescindere completamente dalla oggettiva situazione attuale.
Ecco, puntuale, la domanda di Giannini: “come può il sindacato dimenticare la mancanza di gettito in ogni campo”?
Landini scatta e in un lampo è sulla preda: l'intervistatore. Cerca di prevalicarlo inneggiando alla menzogna: non è vero che i soldi non ci sono. Semplicemente vengono spesi all'estero, piuttosto che nelle imprese italiane.
Ritiene che altre fonti potrebbero arrivare da una tassa patrimoniale, dalla lotta all'evasione fiscale, dal risparmio...
Giannini resta immobile, non serve far altro. Continua imperterrito: “avete combattuto la FIAT perché non investiva in Italia. Ora che sta dando segnali opposti dichiarate che non è credibile. Non pensate che sia un atteggiamento distruttivo”?
La difesa di Landini continua sulla scia delle promesse disattese da parte della FIAT.
L'ultima domanda è per rivolgere una richiesta a Marchionne.
Landini stempera l'impeto e lascia intendere che è “aperto al confronto con la FIAT se la FIAT cambia”.

Si è reso disponibile. Bisogna vedere se la FIAT farà altrettanto.
Quel confronto, a tratti duro, ha confermato ancora una volta la grande stima professionale che nutro nei confronti di Massimo Giannini.


LA LECTIO MAGISTRALIS DI GUSTAVO ZAGREBELSKY




Il Professor Zarebelsky ha tenuto l'attesissima lezione sul tema del lavoro volgendo particolare attenzione all'applicazione dell'articolo 1 della Costituzione.

Come organizzare un week end di riflessione a Torino sul tema del lavoro senza coinvolgere il più prestigioso costituzionalista della sua Università, già Presidente della Corte Costituzionale?
Gustavo Zagrebelsky, con l'eleganza che lo contraddistingue e l'understatement che appartiene ad ogni piemontese, calca il palcoscenico con l'umiltà di chi non crede nell'efficacia del proprio insegnamento, e con il pudore dell'oratore martoriato da una fastidiosa costipazione che lo costringe a piccole pause.
La sua lezione parte da una domanda lecita quanto urgente: cosa vuol dire essere conservatori, piuttosto che innovatori?
Il suo inizio poggia su un punto, quello che farà da cardine per tutta la durata della sua esposizione, come il fulcro su cui fa leva il mondo del lavoro per ruotare: il maltrattato articolo 1.
Il Professore rappresenta tutta la sua preoccupazione per una situazione priva di dominio, all'interno della quale la politica fatica a gestire i rapporti economici stravolti dalla finanza fine a se stessa.
In tale contesto ogni decisione in merito al mondo del lavoro è subordinata alle spietate regole finanziarie, cui la politica osserva impotente ed incapace.
Come può essere rispettato il contenuto di tale articolo il quale prevede che l'Italia si una democrazia fondata sul lavoro?
Ecco, dunque, che il lavoro smette di essere un diritto naturale e non rappresenta più un elemento formativo ma discriminate della società.
I contratti di prossimità, che un tempo costituivano una parte del contratto nazionale a favore dei lavoratori, oggi vengono stipulati a sfavore degli stessi, per superare le rigidità dell'azienda e agevolarla.
Il Professor Zagrebelsky ha voluto vestire i panni di umanista ( ironizzando sul fatto che anche un giurista possa esserlo) per riflettere sulla spietata spirale che costringe l'uomo a lavorare per produrre ciò che consumerà: un vortice economico spietato entro il quale l'uomo stesso rischia di soffocare.
Ogni riflessione diventa cupa se si pensa che la politica, sempre più connivente, collusa e impreparata, subisce senza mai governare.
La Lectio finisce con una riflessione alla domanda dalla quale iniziò: forse non siamo innovatori, bensì conservatori.
La sua analisi sembra ossigeno per una platea attenta che cerca, sempre più affannosamente, una risposta nella società civile, piuttosto che nella politica inadeguata.
L'applauso scrosciante ne è stato la prova.



REP DELLE IDEE: FANTASTICA APERTURA...





Sabato 2 febbraio, al Teatro Carignano di Torino, è iniziata la “maratona delle idee” che la Repubblica ha dedicato al tema del lavoro.

Sì, fantastica apertura quella che si è tenuta sabato mattina sul palcoscenico del Teatro Carignano di Torino: il Sindaco Piero Fassino e il Presidente del Gruppo Editoriale l'Espresso Carlo De Benedetti hanno condiviso il saluto e dato l'avvio ai lavori.
L'ex responsabile di fabbrica per il Pci e l'ex Amministratore Delegato della principale fabbrica del Paese, la FIAT.
Una contraddizione che sottolinea il cambiamento di una città che ha saputo percorre il tragitto evolutivo che l'ha trasformata da “città- fabbrica” a centro economico, finanziario,universitario, culturale e.. perché no... turistico del paese.
Entrambi hanno ricordato l'inizio delle loro carriere legate a doppio filo a Torino.
Il partito e la fabbrica per uno, il Politecnico e una piccola fabbrica di periferia per il Secondo.
Entrambi sono arrivati in alto. Ai vertici della politica italiana uno, a capo del primo gruppo editoriale il secondo.
Per la verità non suonava una contraddizione, ma un percorso possibile in una città evoluta e pronta ai grandi cambiamenti.