Nel
corso di “la Repubblica delle idee” che si è tenuta a Torino, si
è svolto l'atteso incontro della città con Sergio Marchionne,
intervistato da Ezio Mauro.
L'immagine
è appannata dall'imitazione che ne fa Crozza, così, quando Sergio
Marchionne ha fatto il suo ingresso nella Sala del Teatro Carignano
di Torino per l'incontro con Ezio Mauro indossando il suo
maglioncino blu, ci si aspettava la fatidica frase che Crozza ripete
come un mantra: ”non mi aspetto che mi si dica grazie, ma
neppure che Landini mi buchi le ruote dell'auto...”.
In
realtà, l'abile manager se l'è cavata meglio, e alla prima domanda
in cui Ezio Mauro gli ha chiesto in quale delle tante città a cui è
legato vive, lui ha risposto secco e divertente: “In aereo...”.
E' stato un buon inizio.
La
platea era attentissima e fredda tanto da creare un'atmosfera, per la
verità, difficile per chiunque, anche per un duro come Marchionne.
Come
un vero lupo stretto all'angolo, avvertiva la tensione e,
all'inizio, sembrava subirla. Non è durata molto, però. Lui sa il
fatto suo...
Mauro
ha dato corso ad un'intervista lunga e ricca di ogni passaggio
ostico. Non ha trascurato nulla, e non ha regalato vantaggi al lupo
stretto nella tagliola.
Il
direttore di “la Repubblica” è riuscito laddove molti avevano
fallito: portare Sergio Marchionne ad un confronto pubblico, nella
città che si è sentita minacciata dal suo abbandono e, per di più,
subito dopo l'intervista – show di Landini, molto più avvezzo al
palcoscenico e alle folle da arringare.
La
sua difesa è partita dall'attacco.
Ha
ricordato la situazione finanziaria disastrosa in cui si trovava la
FIAT nove anni fa, quando lui arrivò: perdeva milioni ogni giorno.
Oggi, l'azienda chiude con un pareggio.
Ha
menzionato lo storico accordo con la casa Chrysler e la grande
opportunità che ha rappresentato per un'azienda il cui obiettivo è
la massima internazionalizzazione.
Ezio
Mauro l'ha ricondotto a terra: “Ma è cresciuto anche il numero di
cassaintegrati...”
Marchionne,
sempre più vibrante nella difesa: “Il mercato è crollato ovunque
e in Italia abbiamo perso il 60 per cento delle vendite. E'
impossibile frenare una flessione, in queste condizioni”
Mauro:
“ Non pensa che nuovi modelli competitivi potrebbero aiutare le
vendite?”
Marchionne:
“Nell'ambito di un mercato piegato dalla crisi, sarei un manager
pazzo se lanciassi modelli nuovi appartenenti alla fascia media. Non
c'è, per ora, l'utenza che potrebbe acquistarli. In questa fase, è
meglio restare fermi al tavolo ed attendere. Come nel poker..Nel
frattempo FIAT investirà solo nelle auto piccole e di grande lusso,
come la Ferrari che verrà presentata a marzo al Salone di Ginevra:
l'auto più lussuosa del mondo”.
Nel
corso della lunga intervista ( due ore), il lupo si è rilassato e
proprio quando si è sentito più accolto, ha fatto una bella
dimostrazione di forza: ha parlato degli errori. Suoi e dell'azienda.
Lanciare
“Fabbrica Italia” lo ha definito la sua più grande sciocchezza;
un clamoroso errore di valutazione.
L'Intervento
in Cina che FIAT ha compiuto dieci anni fa, è stato condotto
malissimo e l'azienda ha impiegato quattro lunghissimi anni per
uscirne.
Ha
fatto promessa solenne che FIAT non abbandonerà l'Italia e che non
si andrà a costruire in Polonia ma a Melfi.
Ha
spiegato l'ingente investimento produttivo di Grugliasco dove si
concentreranno i marchi Maserati e Alfa Romeo.
Ha
giurato che non venderà Mirafiori.
Ma
alla richiesta di un'apertura al dialogo con Landini non ha promesso
nulla.
Finita
l'intervista nessun indugio davanti alla platea che non si è
scaldata mai.
E'
fuggito come un lupo che torna nel bosco quando si apre la tagliola.
Ma con lo stesso coraggio, dignità e fermezza di quello splendido
predatore intelligente.