E'
stato un incontro di grande impeto quello con Landini intervistato
da Massimo Giannini nel corso de “la Repubblica delle idee”.
La
platea del Teatro Carignano accesa, ha risposto calorosamente.
Tra
gli imprenditori, politici, giornalisti, professionisti e cittadini
presenti nel pubblico seduto nella sala del Teatro Carignano, anche
molti sostenitori di Maurizio Landini, accesi dall'entusiasmo per la
lotta sindacale.
Per
la verità, l'entrata di Landini in teatro e la sua spigliatezza nel
gestire il palcoscenico e la folla, lo rendono più superstar che
sindacalista...
L'intervista
inizia con la domanda di Giannini spietata ed intelligente: “cosa è
successo al lavoro? In quale percentuale la sua regressione è dovuta
alla sconfitta del sindacato”?
Il
fiume in piena “Landini” rompe gli argini subito e inizia la sua
giaculatoria contro il capitalismo finanziario che ha contribuito a
mettere in contrapposizione migliaia di persone mandando in crisi il
sindacato, come da sua stessa ammissione.
S'infiamma
in partenza, gesticola generosamente, alza la voce, sembra incitare
la folla contro il nemico: tutti. I poteri privati e i poteri
finanziari, i sindacati accomodanti, la politica interessata.
Chiunque non entri a far parte del suo schieramento fortemente
motivato a salvare il mondo del lavoro.
Giannini
ascolta.Incalza con domande sempre più intelligenti ma sa bene che
non serve scomporsi, Landini non rinuncerebbe a quello show.
Le
sue argomentazioni sono giuste, indubbiamente. Nessuno, che non sia
in malafede, si schiererebbe contro i lavoratori, contro gli
incentivi al lavoro, contro il sostegno dei disoccupati, ma
bisognerebbe non prescindere completamente dalla oggettiva situazione
attuale.
Ecco,
puntuale, la domanda di Giannini: “come può il sindacato
dimenticare la mancanza di gettito in ogni campo”?
Landini
scatta e in un lampo è sulla preda: l'intervistatore. Cerca di
prevalicarlo inneggiando alla menzogna: non è vero che i soldi non
ci sono. Semplicemente vengono spesi all'estero, piuttosto che nelle
imprese italiane.
Ritiene
che altre fonti potrebbero arrivare da una tassa patrimoniale, dalla
lotta all'evasione fiscale, dal risparmio...
Giannini
resta immobile, non serve far altro. Continua imperterrito: “avete
combattuto la FIAT perché non investiva in Italia. Ora che sta dando
segnali opposti dichiarate che non è credibile. Non pensate che sia
un atteggiamento distruttivo”?
La
difesa di Landini continua sulla scia delle promesse disattese da
parte della FIAT.
L'ultima
domanda è per rivolgere una richiesta a Marchionne.
Landini
stempera l'impeto e lascia intendere che è “aperto al confronto
con la FIAT se la FIAT cambia”.
Si
è reso disponibile. Bisogna vedere se la FIAT farà altrettanto.
Quel
confronto, a tratti duro, ha confermato ancora una volta la grande
stima professionale che nutro nei confronti di Massimo Giannini.