Mario Draghi - Presidente della Banca centrale europea
In
tempi di profonda crisi economica, tra liti di partito e scelte non
fatte, continua, inesorabile e prezioso, il lavoro del Presidente
della Banca centrale europea.
I partiti litigano, si
scindono, retrocedono o avanzano rispetto alle promesse fatte.
I politici arrancano per la
difesa di posizioni sempre più deboli, dimenticando la
responsabilità per la quale sono stati eletti: governare.
In un contesto tanto
nebuloso e incerto, continua, inesorabile, il lavoro di Mario Draghi
, Presidente della Banca centrale europea, in difesa dell'ultimo
avamposto della salvezza: l'euro.
Scarso talento nel
comunicare il proprio sforzo, inesistente capacità di affabulare con
facili promesse, il Presidente procede nel suo intento di difendere
la moneta che, nonostante le apparenze, è ancora una delle più
ricche del mondo.
All'interno della Comunità
Europea ( e non soltanto in zona euro), l'euro è la moneta dove il
commercio internazionale, le invenzioni tecnologiche, il risparmio,
le iniziative imprenditoriali rappresentano un peso notevole.
Il delicato lavoro che
svolge Mario Draghi è volto alla determinazione del tasso di
scambio estero che dipende dalla somma di azioni come la gestione
della liquidità da erogare alle banche, e l'amministrazione del
tasso di interesse della stessa BCE.
Il Presidente Draghi sa
bene che l'economia italiana rappresenta uno spaccato rilevante per
il complesso sistema economico europeo.
La nostra forza produttiva
non è più rappresentata dalla grandi imprese ma da tutte le realtà
medio-piccole, tessuto vitale del sistema. Nell'ambito di questo
corollario, molte imprese sono fallite, alcune sopravvivono a fatica
ma qualcuna, a sorpresa, ha aumentato i propri prodotti e le
proprie esportazioni; in mancanza di una domanda interna calante,
sono proprio quelle esportazioni a mantenere in vita l'interno
sistema.
Questa azione verrebbe
rafforzata se le banche fossero più generose nel concedere
finanziamenti a tassi ridotti.
Qui interviene il
sotterraneo, prezioso contributo del Presidente.
Lo
scorso anno ha aperto una linea di credito di oltre 1.000 miliardi a
tassi triennali molto bassi; ha garantito l'impegno a non
abbandonare l'euro e ha promesso ( non sono mai promesse vane ) di
finanziare un fondo europeo per i paesi in difficoltà che possono
accedervi accettando una maggiore vigilanza da parte dell'Europa,
della BCE e del Fondo monetario internazionale. Ha dato
autorizzazione all'acquisto di una grande quantità di titoli
pubblici di vari paesi sul mercato secondario, riconoscendo
particolare priorità a quelli in maggiore difficoltà. Ha provveduto
a diminuire progressivamente il tasso ufficiale di sconto rispetto al
livello raggiunto al momento della sua entrata nella BCE ( 1.5).
Sta lavorando affinché si
riconosca necessaria una Unione Bancaria e perchè venga rafforzata
la vigilanza sulle banche da parte della BCE.
Mentre nel nostro paese
impazza la guerra dei partiti, grazie a queste azioni, sono
aumentate, per volume di collocazione e aumento del valore, le
emissione dei Bot e Btp.
Tutto ciò producendo una
salutare discesa dello spread.
Che dire? Ognuno declama il
proprio eroe.
Per alcuni, non serve che
urli, che minacci o che prometta inutilmente.
Per molti, un eroe è una
persona capace. E onesta.