Al
TFF approda un documentario su un'opera teatrale che sta per
debuttare a Torino.
Grande
folla per l'incontro con il regista.
Il
Torino Film Festival di Paolo Virzì contempla anche il teatro e
offre al pubblico un appuntamento intrigante, e certamente
illuminante, in merito alla messa in scena di un'opera teatrale.
Alessandro
Gassmann approda al Teatro Carignano di Torino con il suo Riccardo
III e lo presenta al TFF attraverso uno strumento nuovo ed efficace:
un documentario propedeutico allo spettacolo; uno sguardo dalla
genesi dello spettacolo alla sera della prima, passando per le
prove, la messa in scena e l'attesa per il debutto.
Una
breve, simpatica presentazione, duettata con Paolo Virzì, ha
introdotto la proiezione girata da Giancarlo Scarchilli.
Alessandro
è apparso rilassato e sicuro del “suo “ Riccardo, prima opera di
William Shakespeare che affronta da regista. E' stato il felice
incontro artistico con Vitaliano Trevisan a convincerlo nel
realizzare questo aspro adattamento contemporaneo che arriva al cuore
pulsante ed immortale dell'opera shakespeariana, scevro da linguaggi
complessi e articolati. La modalità che Alessandro preferisce.
Appare
affascinante il suo brutale, deforme Riccardo. Un uomo spietato che
non si riscatta mai dalla follia omicida ma che, attraverso la sua
fragile diversità, colpisce al cuore.
Atmosfere
sceniche di Gianluca Amodio che ricordano quelle di Tim Burton:
buio, freddo, suoni sinistri, assenza di colori e palcoscenico su
quattro piani di profondità.
Il
trucco di Mariano Tufano trasforma Riccardo in un gigante alto più
di due metri, gobbo e deforme in un contesto in cui le proporzioni
delle scene sono state ridotte per dare risalto alle dimensioni della
sua prorompente fisicità, oltre che a quelle della sua barbarie.
Riccardo
è crudele, ambizioso e manipolatore, ma anche insicuro, tormentato e
spaventato dalla solitudine.
E'
bravissimo nel costruire ignobili strategie, ma solo finché non sale
al trono, dove resta feroce, ma diventa incapace.
La
sua malvagità è motivata dalla sete di potere e dal desiderio di
rivalsa che mette in atto per succedere al trono del fratello Edoardo
IV. Uccide tutti coloro che ostacolano la sua ascesa, ma paga la sua
follia nella battaglia finale contro il Conte di Richmond, futuro VII
Tudor.
Alessandro
Gassmann è bravo nei panni di un personaggio tanto spietato e
lontano da qualunque ammiccamento alla platea.
Nel
dibattito che ha seguito la proiezione, è stato fatto l'inevitabile,
quanto fastidioso paragone con papà Vittorio che debuttò con la
stessa opera a Torino nel febbraio del 1968. E' stato superfluo. Il
passato non si discute ma, ormai, Alessandro è lontano da allora.
Oggi
Gassmann è solo Alessandro.