venerdì 2 dicembre 2011
TWIXT: FINALE A SORPRESA
TWIXT : FINALE A SORPRESA
Proiettata a Torino l’anteprima mondiale del film di Francis Ford Coppola
E’ stato un finale a sorpresa, quello del 29° Torino Film Festival che in chiusura prevedeva solo la proiezione del film “Albert Nobbs” di Rodrigo Garcia. Al ricchissimo programma è giunta, inaspettatamente, l’anteprima del film di Francis Ford Coppola ,“Twixt”.
Gran colpo della rodata macchina sabauda che ha avuto la meglio, rispetto a molti festival internazionali che si sono contesi la pellicola, tra cui Cannes e Venezia.
Coppola torna a raccontare una storia di vampiri, in cui finisce uno sconosciuto scrittore di horror. Ambientato nella sperduta periferia americana, la vicenda di bimbi, killer e vampiri si alterna alla storia di dolore che ha colpito lo sfortunato scrittore nel passato : la morte di sua figlia.
Lume sul buio tracciato della verità, lo scrittore Edgar Allan Poe che, sopraggiungendogli in sogno lo aiuterà a scoprire il mistero della morte di un’adolescente, a metabolizzare il senso di colpa per la morte della figlia e a raggiungere l’insperato successo editoriale.
Il parallelo tra il senso di disperazione che colse il grande scrittore dell’Ottocento per la morte della sua amata, giovanissima moglie, Virginia Clemm e la morte della ragazzina che guiderà lo scrittore fallito e alcolizzato verso la soluzione del suo oscuro orizzonte, non sembra risolvere il film nella trama più avvincente.
Inevitabile il parallelo tra “Twixy” e “Dracula di Bram Stoker”, in cui Coppola dà una struttura epica, luciferina e romantica del personaggio.
Probabilmente aiutato dall’ingente finanziamento di 40 milioni di dollari elargito dalla Columbia Tristar, o favorito dalla sceneggiatura di James Hart che ha attinto da “The Annotated Dracula di Leonard Wolf, Coppola confezionò, con il suo Dracula, un film che vinse tre Oscar.
Con una serie di invenzioni narrative, tecniche, cromatiche e figurative fece una puntigliosa, affascinante, ricostruzione della Londra vittoriana del 1897. Il film pullulava di riferimenti al romanticismo e al simbolismo pittorico dell’Ottocento; accattivanti riferimenti alla grafica del fumetto graffiavano le scene e numerose, diaboliche metamorfosi del protagonista, Gary Oldman, le sconvolgevano.
Forse un eccesso di stili, ma un grande film.
Twixt non lascia il segno. Girato in parte a colori e in parte in bianco e nero, sia in 2D che in 3D ( solo per un paio di scene), la trama langue in una storia un po’ scontata. Girato con la maestria che condraddistingue il lavoro del Maestro, e sostenuto dalla buona recitazione della scuola americana ( anche se il protagonista meglio calza la figura dell’alcolista fallito, piuttosto che quella dello scrittore tormentato), il film non decolla, e neppure l’attenzione degli spettatori. Peccato.