Si
è tenuta nel Duomo di Torino e nella Sala Rossa del Comune la
cerimonia di commemorazione del Senatore Avvocato Gianni Agnelli.
Bastava
vedere la piazza del Comune gremita di ospiti illustri, di
giornalisti, di cittadini per capire, in un attimo, che il tempo non
ha scalfito il ricordo che la città conserva di Gianni Agnelli.
A
dieci anni dalla sua scomparsa il Sindaco Piero Fassino, dopo la
funzione che si è tenuta al Duomo, ha celebrato la memoria
dell'Avvocato accogliendo, oltre ai membri di Giunta e Consiglio,
tutti coloro che a lui erano legati: suo nipote John Elkann, Sergio
Marchionne, Luca Montezemolo, Cesare Romiti e, tra i suoi amici più
cari, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La
partecipazione del Presidente è avvenuta in virtù di un profondo
rapporto di reciproca stima, e in omaggio al forte rispetto delle
istituzioni che ha contraddistinto la vita e il lavoro dell'Avvocato.
Per
il senso di equilibrio democratico che dimostrò nel suo ruolo di
Presidente della FIAT, Francesco Cossiga lo nominò senatore a vita
e Gianni Agnelli intrecciò ancor più il legame tra la sua storia
personale e quella del Paese.
Le
generazioni degli Agnelli che hanno guidato la FIAT, dei dirigenti,
dei tecnici e degli operai sono state le forze motrici di un cammino
di trasformazione e avanzamento del nostro paese.
Il
Presidente Napolitano, proprio all'insegna di un profondo spirito di
attaccamento all'Italia, di un sentire nazionale ed europeo che possa
garantirci un progresso nel mondo globale, è tornato a Torino, la
città che ha celebrato con commozione il Centocinquantesimo
dell'Unità, per cercare quella rispondenza civile e quella
partecipazione popolare che contraddistingue la città, e che
l'Avvocato coltivò per tutta la sua vita.
Il
Sindaco Fassino, nel suo discorso, ha sottolineato la formae mentis
di un uomo che visse il suo ruolo di “cittadino del mondo”, senza
mai recidere il profondo legame con la città e con la sua più
autentica “torinesità”.
Parigi
e New York erano le sue case ma Torino era il porto sicuro, il luogo
in cui ha fatto crescere la sua azienda, la città che reso
un'importante realtà economica e un esempio di stile e rigore in
tutto il mondo.
L?understatment
torinese che lo contraddistinse per tutta la vita ne fece un uomo
pubblico sempre attento a non cedere ad esibizioni narcisistiche, a
facili enfasi propagandistiche.
Il
ricordo del Sindaco è ricco di stima, riconoscenza e affetto in
virtù di un legame che si consolidò nel tempo, nel corso di una
lunga collaborazione politica in cui ricorda l'affinità di modi che
l'Avvocato espresse a D'Alema in due parole: “Fassino è dei
nostri. E' serio, come solo i torinesi sanno essere. Ce ne fossero
più di torinesi nel mondo...”.
Compostissimo
e molto tenero è stato il ricordo di suo nipote, John Elkann.
Lui,
così altero, dai tratti nobili, educatissimo e di una bellezza
angelica, ha ricordato quello che ha considerato come un tratto
fondamentale nel rapporto che suo nonno ha tenuto con la città: il
tratto della semplicità, dell'affetto, del dialogo diretto, del
senso di responsabilità.
Ha
ragione John: il segreto della grandezza dell'Uomo, è racchiuso
nella sua semplicità.