A
Torino si sono riuniti 120 parlamentari dei 47 paesi del Consiglio
d'Europa per aprire gli Stati Generali sui diritti umani.
Sono
gli esponenti più significativi dell'azione per i diritti umani nel
campo delle istituzioni e della società civile e dibatteranno, per
due giorni, per valutare la tensione strutturale tra principi e
realpolitik, tra valori e interessi nello scenario mondiale.
I
lavori sono stati aperti da Jean-Claude Mignon, Presidente
dell'Assemblea parlamentare, e da Pietro Marcenaro, Presidente della
Commissione affari politici e democrazia PACE e della Commissione
straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del
Senato Italiano.
Il
loro intervento ha introdotto la necessità di riflettere in merito
agli interventi prevaricanti dell'occidente avanzato nei confronti
dei paesi piegati da una guerra, in nome dell'affermazione di una
democrazia che, a volte, nasconde un interesse economico più forte
del giustizialismo.
I
riflettori, però, si sono accesi all'arrivo del Ministro Fornero,
coinvolta dall'Assemblea in virtù della sua delega alla Pari
Opportunità.
Era
evidente l'interesse dei media nei confronti di una figura politica
sui cui riflettono i successi di un governo tecnico (fiducia dei
mercati) ,e gravano gli oneri che allo stesso governo si
attribuiscono ( misure drastiche e qualche mancato successo).
Elsa,
però, non flette la postura. Entra in sala con l'incedere fiero cui
non rinuncia, soprattutto, in pubbliche uscite.
E'
composta e precisa quando inizia il suo intervento. Sembra che si
prepari ad una lectio magistralis sul sistema pensionistico, erge la
schiena, schiarisce la voce, impugna i suoi fogli, inizia a parlare
della necessità di stabilità del sistema diritti di un paese
affinchè anche la sua economia si rafforzi ma poi, piano, implode in
una tenera emozione.
Ammette
di essere imbrigliata nella sua inscalfibile corazza di economista e
di essere profondamente riconoscente a Pietro Marcenaro per averle
insegnato l'attenzione a compiti e impegni che riguardano la difesa
dei diritti umani.
La
sua voce è sincera e leggermente incrinata.
Si
riprende, e con garbo annuncia commossa di aver firmato a Strasburgo
la convenzione di Istanbul, ratificata dal Consiglio d'Europa, per la
tutela della donne dalla violenza.
Non
è il suo unico risultato nel campo dei diritti umani. Ce ne sono
stati altri ma in quel momento, in quel preciso istante, è sembrata
più umana anche lei.
Brava
Elsa.