E' partita, a Torino, la seconda edizione del Torino Jazz Festival.
La
seconda edizione del Torino Jazz Festival inizia con l'incontro di
due mondi tra loro apparentemente distanti: la musica lirico-
sinfonica esce dal suo tempio per incontrare il jazz, ed accettarne
lo scambio di sangue.
L'Orchestra
del Teatro regio di Torino ha suonato insieme al quintetto di Enrico
Rava.
Non
è un'operazione scontata e neppure priva di rischi.
Il
progetto presentato in Piazza Castello per l'inaugurazione del
Festival è una prima assoluta. Nasce nel lontano 1986 per mano di
Enrico Rava che scrive una partitura che narra il suo bebop,
movimento artistico tra i più importanti per milioni di giovani
degli anni Cinquanta e Sessanta.
L'ispirazione
viene dal celebre libro dello scrittore statunitense Jack Kerouac “
On the road”, romanzo autobiografico scritto nel 1951 e che narra
il lungo viaggio
che
lo scrittore percorre in automobile attraverso gli Stati Uniti, in
parte compiuto in compagnia del suo amico Neal Cassady, in parte in
autostop.
Gli
arrangiamenti di Paolo Silvestri vestono quelle note scritte per un
quintetto: la vera dimostrazione di come la musica possa evolvere
uscendo dai confini angusti dei settori musicali che solo l'uomo,
strano animale censore, poteva costruire.
A
dispetto di tutto quello che ogni istituzione (soprattutto fondazione
lirica) possa sostenere, i musicisti delle orchestre sinfoniche
hanno voglia di “carnalità” e scambio di vita. E i jazzisti non
vivono più il mito dell'isolamento come l'ultimo baluardo della loro
felicità.
In
Piazza Castello, a Torino, l'entusiasmo partiva soprattutto da loro,
i musicisti del Teatro Regio, i veri artefici di questa operazione che non hanno esitato a chiedere alle istituzioni la loro partecipazione al Festival.
Dimostrazione
che le rivoluzioni spesso partono dal basso ( o dall'alto...).
Paolo Silvestri - Arrangiatore
Stefano Zenni - Direttore artico TJF