Al
Torino Film Festival “Call girl”, un film che doveva essere un
thriller politico classico diventa, invece, un giallo sociale.
“Call
Girl”, presentato alla trentesima edizione del Torino Film
Festival, avrebbe potuto essere un film d'attualità, se non fosse
stato ambientato nella Svezia di fine anni settanta.
In
quegli anni il paese, la Svezia appunto, viveva un momento
particolarmente delicato, attanagliata da una grave crisi economica,
stordita da un profondo mutamento di costumi e stretta nella morsa
di una grande incertezza politica: dopo anni di governo, infatti, i
socialdemocratici rischiavano di perdere le elezioni.
La
campagna elettorale delle controparti era già violenta quanto quelle
cui assistiamo oggi, e gli ingranaggi della macchina politica erano
già marci quanto quelli attuali.
Un
giro di squillo di alto bordo è la giostra cavalcata da un manipolo
di alti dirigenti statali, tra cui un ministro. Cosa c'è di nuovo
rispetto ad oggi?
La
giostra è nota a tutti, anche ai servizi segreti che la tollerano
fino al momento in cui non diventa necessaria una manipolazione
elettorale. Anche questo l'abbiamo visto...
La
bomba esplode quando nel giro entrano due minorenni e un agente più
corretto e meno corrotto degli altri. Lì, inizia la storia della
giovane protagonista e di una sua amica.
Anche
in questo film di Mikael Marcimain, regista svedese vincitore del
Prix Italia nel 2008 al suo esordio con i cortometraggi, è
necessario cogliere lo sforzo di entrare nella complessità dei
personaggi e delle loro fragilità. Per capire come può una ragazza
allo sbando perdersi immancabilmente; per cogliere le fragilità che
dominano l'uomo rendendolo incapace di fare un uso corretto del
potere; per vedere le falle del sistema che permettono la garanzia a
chi specula sulle macerie umane.
La
lettura del film avviene alla luce di un paese che, in quegli anni,
stava vivendo un momento di liberazione sessuale e di grande
confusione.
Potrebbe,
certamente, aiutare a condurre un'analisi approfondita su quanto
accade oggi in Italia, paese devastato dalla crisi economica, dei
valori e dei costumi...