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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


martedì 9 novembre 2010

IL RESTO E’ RUMORE. Ascoltando il XX secolo


Un “romanzo accademico” colto ed avvincente per spiegare la storia del Novecento ascoltando d analizzando la musica classica del XX secolo.

Ho letto un libro che ha segnato un tracciato più chiaro nella mia conoscenza della storia del XX secolo. Un libro che parla di musica. Finalmente è il senso della musica che aiuta a ripercorrere la nostra storia, anche se mai è potuto accadere il contrario. Si tratta di un ambizioso lavoro, pienamente riuscito, compiuto da Alex Ross, critico musicale del New Yorker, in cui l’autore ha cercato di riscattare la musica classica del Novecento vissuta spesso con diffidenza, addirittura disagio, dal grande pubblico.
I grandi artisti del secolo passato, da Egon Schiele ad Andy Warhol, da Gustav Klimt a Jean Michel Basquiat, hanno suscitato sempre notevole interesse tra gli intellettuali e nei confronti del grande pubblico; la musica del Novecento, invece, sembra non meritare tanto rispetto. Ciò accade nonostante la scandalosa produzione d’avanguardia di Arnold Schoenberg abbia ispirato le note delle colone sonore destinate ai più famosi thriller hollywoodiani. Nonostante gli accordi atonali siano stati la matrice da cui è nato il jazz.
Nonostante il minimalismo abbia aperto la strada al rock e al pop. Questo libro colto e straordinariamente scorrevole restituisce dignità e chiarezza alla musica del XX secolo e ripercorre il tracciato storico, segnato dall’avvento di due guerre, da profondi cambiamenti culturali, dalla disfatta e dalla rinascita del mondo occidentale. Ognuno di questi passaggi è narrato dalla musica che, nel contempo, è stata profondamente segnata dalla storia.
Un “romanzo accademico” che apre con il racconto della prima rappresentazione di Salomé , opera biblica e dissonante scritta da quel genio indiscusso che era Richard Strauss, artista che Ross definisce cinico, mondano, compiaciuto di sé.Strauss non esita a carpire l’ispirazione della crudelissima Salomé dal Vangelo di Matteo, in cui la principessa di Giudea danza per il proprio patrigno ed esige, senza condizioni, la testa di Giovanni Battista. Il compositore ne traccia la versione più moderna e impudica, prendendo spunto dal dramma scritto nel 1891 da Oscar Wilde; spettatore d’eccezione Adolf Hitler, allora sconosciuto ambizioso politico in erba che, nel corso della storia condizionerà non poco il percorso della musica.
La rappresentazione dell’opera fu un autentico scandalo e venne bandita dal Regio Teatro dell’Opera di Vienna : era iniziato il XX secolo!C’era un uomo accanto a Strass, un artista opposto a lui e a lui molto vicino: Gustav Mahler. Infantile, burrascoso, dispotico e pessimista, Mahler dividerà con Strass un rapporto continuo e continuamente carico di incomprensioni, e d lui dirà:”Scaviamo la nostra galleria da direzioni opposte, ma nello stesso monte. Finiremo con l’incontrarci”.Ogni passo di “Il resto è rumore” è avvincente e didascalico. Ben tracciato e spiegato il passaggio dalla musica tonale a quella atonale; dalla musica tardo-romantica di Mahler a quella scandalosa di Schoenberg, che presto si discosterà dagli insegnamenti di Alexander Zemlinsky, compositore raffinato di potente lirismo.
Superati i primi inebrianti lavori, vagamente ispirati a Debussy, in cui Schoenberg sembra ben rappresentare i ritratti dorati di Klimt,il compositore divampa nella musica atonale e scrive le opere che apriranno l’era degli scandali musicali. Alez Ross ben spiega nel suo libro che la causa di tanta ostilità, da parte del pubblico anche colto, risiede nella fisica del suono.Il suono, infatti è una vibrazione che attraversa l’aria, e riguarda il corpo come la mente. Tra gli intervalli incriminati c’è il semi-tono, ossia la distanza tra due tasti contigui del pianoforte. Se premuti contemporaneamente creano rapidi battimenti che infastidiscono l’orecchio, proprio come un lampo di luce.Quest’effetto “urticante” lo produce l’intervello di settima maggiore, leggermente più stretto di quello di ottava, e quello di nona minore, leggermente più ampio: gli intervalli di Schoemberg!.
Il secolo evolve , citando Eugenio Scalari, fino “all’avanguardia che tutto rinnega: l’assoluto, la ragione, il Romantik, la morale, il senso comune, il buon senso, l’ordine costituito, la democrazia. Ogni artista dell’avanguardia ha la sua visione dell’arte e della vita. Sono anime sofferenti, inquiete, malinconiche, iraconde, solitarie, a volte schierate su sponde reazionarie e altre volte innamorate di rivoluzioni totali”.Poi il confronto con la storia diventa duro e la musica dovrà fare i conti con le figure di Hitler e Stalin. Ross sa spiegare con correttezza ogni commistione tra musica e politica. Questo libro va letto, per cultura e per diletto. Perché ha ragione Ross: il materiale dodecafonico ultracompatto delle “Variazioni per pianoforte di Webern” si trasforma nel giro di una generazione, nel “Second Dream of the High – Tension Line Stepdown Tranformer”.
La notazione indeterminata di Feldman conduce per vie tortuose in “A Day in the Life” dei Beatles. Il processo graduale di Steave Reich si infiltra negli album dei Talking Heads e degli U2.Non mancano i consigli per gli ascolti e le letture scelte, con rimando al sito che permette l’accesso ad un guida sonora gratuita e a quello che fornisce un glossario di termini tecnici.Il libro non lesina suggerimenti dettagliatissimi su direzione, edizione, esecuzione di ogni opera, con gentile ossessiva precisione.Tutta la mia stima ad Alex Ross, che ha saputo tradurre in un piacevole messaggio la complessa cultura della musica classica del Novecento, e all’editore, Bompiani Overlook, per il coraggio di averci creduto.