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Vice Presidente di Film Commission Torino Piemonte - Collaboratore in Staff Assessorato Attività Produttive, Commercio, Lavoro Città di Torino

La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere

Nel corso del tempo il lavoro mi ha insegnato che sono infinite le cose che non sappiamo. Da lì, il mio impegno per l'informazione e la divulgazione è diventato "passione".


lunedì 8 novembre 2010

PER L'ALTO MARE APERTO - Un libro necessario


L’epoca della modernità racchiusa in quattro secoli densi di avvenimenti storici e letterari.
Un susseguirsi di sperimentazioni, senza perdere l’identità. Uno scrittore colto che sa emozionare scavando nella vita interiore di personaggi illustri, e nella nostra, con un sguardo che non si può dimenticare.


Fui rapita, definitivamente, da Eugenio Scalfari scrittore quando lessi la più bella definizione dell’”io” che per anni avevo inutilmente cercato nei meandri della mia confusa vita interiore :
“Proprio sulla soglia dei quarat’anni una delle mie certezze andò in pezzi: quella che l’io non possa cambiare , che la sua forza stia tutta nella sua immodificabile coerenza.
Cambiano gli spiriti deboli sotto la spinta delle emozioni e dei fatti che ci assediano dall’esterno; ma gli spiriti forti si rafforzano proprio perché non cedono né ai venti tempestosi né al canto delle sirene.
Non avevo messo in conto che il sé è assai più forte della ragione.”
Non ho esitato a leggere il suo ultimo libro: Per l’alto mare aperto.
Uomo di grande cultura, Scalfari ha saputo tracciare i confini, sconosciuti alla maggior parte di noi, della modernità, e con la sensibilità che lo contraddistingue ha trascritto dialoghi immaginari con Montaigne, Diderot ed alcuni dei personaggi più illustri di un periodo che racchiude quattro secoli. Ha affrontato l’arduo compito di descrivere un’epoca che comprende l’Illuminismo ed il Romanticismo arrivando fino alle avanguardie e al nichilismo; un’epoca in continua sperimentazione, che ha saputo accettare i moti delle nuove generazioni senza perdere la memoria…
Il viaggio immaginario inizia con una delle più importanti figure dell’Illuminismo, Denis Diderot.
Fu filosofo, scrittore, saggista francese a cui Scalfari affida l’inizio della “modernità”con un’av-
vincente disquisizione sulla verità relativa contrapposta all’assolutezza, sulla Ragione come caratteristica essenziale degli uomini dell’Illuminismo, con le rimostranze di d’Alembert che annuncia il suo ritiro dai lavori de l’Enciclopedia, per le gravi accuse di sovvertimento che gli vennero mosse per aver partecipato al gruppo di lavoro che contemplava Rousseau, Voltaire Grimm.
Il dialogo continua con il credente Montaigne, a cui lo scrittore affida l’intricato nodo contenuto nel tema della libertà e del libero arbitrio, nonché del “servo arbitrio” che può crearsi “ tra l’uomo e il suo Creatore o tra un uomo ed un altro che ne sia in qualche modo dominato”, come verrà spiegato nell’Apologie de Raymond Sebond, parte centrale del secondo libro degli Essais
Per Scalfari libro di Montaigne, che lo scrittore riscrisse più volte, e a cui più volte appose correzioni, tagli e aggiunte, rappresenta l’icona del pensiero moderno, il suo culmine.
A gli Essais tutti gli autori successivi saranno debitori, da Descartes a Spinoza, da Kant a Goethe
e tutti troveranno posto nel concetto espresso da Montaigne:” I mondo non è che una continua altalena….”
La “modernità” passa attraverso Il Discorso sul metodo di Cartesio L’Etica di Spinoza, La Critica della Ragione Pura di Kant e la Fenomenologia dello spirito di Hegel . E’ un secolo che vedrà l’opera di Newton e in cui Adam Smith scriverà la Ricchezza delle Nazioni . Verranno scritte tre opere che assurgeranno a simbolo del romanzo : La Certosa di Parma di Stendhal, Guerra e Pace di Tolstoy e I Miserabili di Hugo.
Segue il Romanticismo e la figura la cui opera si è espressa nella poesia lirica, nel teatro, nella narrativa, nella scienza e nell’opera comica rappresentando la sintesi tra passionalità e ragione , intuizione e logica, impegno artistico e quello civile: Wolfgang Goethe. Nel suo Faust al centro della disputa tra Dio e il Diavolo, si pone il dilemma del libero arbitrio dell’uomo.
Grande risalto Scalfari rende a Rainer Maria Rilke, poeta vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, che seppe disegnare nelle sue opere figure inquietanti di grande carisma, al pari dei personaggio di Proust, Joyce e Kafka.
Eugenio Scalfari chiuderà il tempo della “modernità” ben rappresentando il Nichilismo e la Rivoluzione. Dedicherà il finale a Zarathustra e gli “ultimi fuochi” a Italo Calvino.
Mille citazioni colte, aneddoti sconosciuti, riflessioni necessarie a capire il tramonto di un’epoca e l’inizio di quella nuova. Perché la storia non finisce, “finchè l’Homo sapiens riuscirà a guardare il cielo stellato e a cercare dentro di sé la legge morale”.